We want our democracy back! In migliaia in piazza a Londra
Circa 10.000 gli studenti scesi in piazza oggi per le vie di Londra, toccando luoghi centrali come Trafalgar Square (dove alcune tende hanno deciso di..prendere posizione!) riscuotendo l’appoggio del movimento OccupyLondon accampato davanti alla cattedrale di St.Paul ma anche degli attivisti di Anonymous UK e degli elettricisti di Unite the Union che manifestavano anch’essi contro il tagli del 35% annunciato ai loro stipendi.
“We want our democracy back” è tra i principali slogan della manifestazione, insieme all’ormai classico “We are the 99%”, mentre nel comunicato di lancio della giornata pubblicato sul sito Anticuts.com si sottolineava la necessità di tagliare i ponti con i soggetti della rappresentanza istituzionale e di prendere esempio dalle mobilitazioni di Cile e Germania, reclamando insieme un’educazione gratuita e l’uscita dal sistema dell’economia di mercato.
Veniva sottolineata anche la disperazione dei governi, in particolare di quello Tory di David Cameron, già provato dalle forti contestazioni studentesche dell’anno scorso e dagli #ukriots che fecero bruciare l’Inghilterra l’estate appena passata. Sembra che in questi precisi istanti la polizia stia accerchiando il corteo effettuando numerosi fermi ( al momento 7) e cercando di rimuovere le tende da Trafalgar. Elicotteri sorvolano la manifestazione, mentre la polizia ha tagliato in due il corteo per impedire allo spezzone degli elettricisti di unirsi agli studenti. Le manifestazioni contro il debito e la finanza globale di tutti i vari gruppi che si richiamano all’immagine del 99% fanno paura per la capacità virale che hanno di diffondersi in tutti i luoghi secondo slogan comuni.
La reazione poliziesca come ad Oakland mira alla provocazione continua nei confronti di cortei che sempre più conquistano un consenso largo. Addirittura 4,000 le forze dell’ordine impiegate per contenere l’impatto della manifestazione, contenimento già iniziato nella giornata di ieri con una “letterina” in cui si suggerivano le forme di mobilitazione corrette a chi avrebbe voluto prender parte alla mobilitazione, ma anche tramite le minacce di utilizzare proiettili di gomma per aumentare la tensione della giornata.
Importante come gli studenti in lotta abbiano saputo caratterizzare la loro protesta scavalcando il mero aspetto studentista (nonostante l’aumento delle tasse universitarie e dei costi dell’istruzione in generale siano materialmente lo scaricarsi della crisi sulle vite degli studenti) per passare ad un piano più ampio in cui ad essere sotto attacco è la dismissione del welfare state portato avanti dai governi e dalle istituzioni finanziarie internazionali. Il “white paper” che il governo inglese vuole imporre al sistema dell’istruzione albionico è uno dei principali bersagli, poichè molti studenti,docenti,ricercatori lo ritengono un cavallo di troia per implementare ulteriormente il rapporto di dipendenza dell’università nei confronti delle esigenze e dei profitti dei privati.
Ad ogni modo, mentre scriviamo la mobilitazione è ancora in corso, e potrebbe rivelare ulteriori sviluppi..ci torneremo su nelle prossime ore..
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