CONFLUENZA.
Per il bisogno di confluire tra terre emerse.
Abbiamo bisogno di far confluire i nostri saperi e le nostre esigenze per una diversa gestione del territorio e per farlo vogliamo incontrarci.
I progetti malevoli, molto spesso supportati dai finanziamenti del PNRR che giungono alle orecchie degli amministratori come un canto delle sirene, spuntano come funghi sul territorio Piemontese. Inceneritori, depositi di scorie nucleari, discariche di amianto, disboscamenti, cementificazione, dighe, sono solo alcuni dei desiderata di chi gestisce le risorse pubbliche.
Il fil rouge che accomuna questi progetti, finanziati con soldi pubblici, è la chiusura di qualsiasi spazio di mediazione e discussione con chi abita i territori, questi progetti vengono imposti. Quando si alzano voci contrarie queste vengono stigmatizzate in nome di una qualche transizione verde, con l’obiettivo di dipingere chi si oppone come una minoranza ignorante e conservatrice.
Eppure chi si muove su questo terreno è capace di costruire sapere dal basso, di informarsi, di approfondire e di scegliere che, proprio a fronte di un atteggiamento lungimirante, sia imprescindibile posizionarsi a difesa dei nostri territori, della loro salute e, di conseguenza, della salute di chi li abita.
Chi ha a cuore la vivibilità, la sostenibilità ambientale e dunque sociale, parte da un punto di vista opposto da quello di chi governa i territori: questo patrimonio comune, che comprende e influisce su tutti gli aspetti delle nostre vite, va tutelato perché è l’unica possibilità che ci resta per invertire la rotta nichilista verso la quale sta affondando il sistema in cui viviamo e che vorrebbe portarci con sé. La sbandierata necessità di transizione ecologica oggi significa una sempre uguale gestione delle risorse nell’ottica di diminuire i costi (per loro) e aumentare i profitti (per loro), scaricandone la spesa su di noi.
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