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Calais, corteo di solidarietà con i migranti, occupato il porto

Aggiornamento ore 21: Sarebbero almeno 11 i manifestanti – tra i 35 fermati ieri al porto di Calais – a cui è stato convalidato l’arresto e che subiranno un processo per direttissima. Apprendiamo che tra le persone fermate ci sono anche tre ragazze italiane, Martina (una compagna che vive e studia a Parigi), Valentina e Ornella. Di norma il fermo dura un giorno ma, allo scadere delle 24 ore, oggi sono stati rilasciati solamente i cittadini francesi, mentre le tre ragazze italiane sono state trasferite al CRA di Lille (un centro di detenzione amministrativa), dove si trovano tuttora in stato di fermo con l’accusa di disturbo dell’ordine pubblico. 

Per loro, nonostante siano cittadine comunitarie, si profila il rischio di un’espulsione dalla Francia. Tutto questo accade grazie alle leggi e ai poteri speciali introdotti con lo stato di emergenza decretato da Hollande dopo gli attentati di Parigi (su cosa significhi lo stato di emergenza rimandiamo a questo articolo). Le tre ragazze riferiscono di stare bene e entro venerdì avranno l’udienza in cui si deciderà della loro situazione. In quella sede i loro avvocati faranno ricorso contro la richiesta di espulsione; fino a quel momento Martina, Valentina e Ornella rimangono in stato di fermo nel Centro. Seguiranno aggiornamenti non appena avremo notizie più dettagliate sulla loro situazione. Martina, Valentina e Ornella LIBERE; LIBER* TUTT*!

***

Cinquemila persone hanno risposto ieri all’appello dei migranti accampati nei dintorni di Calais, nel Nord della Francia, dove attendono di poter raggiungere il Regno Unito. Un grande corteo di migranti e solidali è partito dalla jungle, sorta di città nella città dove i migranti hanno auto-organizzato la propria vita comune, per percorrere le vie di Calais. Da qualche settimana le autorità comunali stanno cercando con tutti i mezzi di sgomberare gli accampamenti di rifugiati dopo aver costruito muri di filo spinato intorno agli accessi del tunnel della manica. Delle barriere che vengono regolarmente violate dai migranti che cercano di passare nascondendosi sui camion o organizzandosi per cercare di attraversare la frontiera in gruppo a piedi. Una politica dello stato francese che ha già fatto decine di morti obbligando i migranti a percorsi sempre più rischiosi per riuscire a raggiungere le coste inglesi. La contro-partita “umanitaria” agli sgomberi coatti di queste settimane – che arrivano dopo mesi in cui le autorità stesse forzavano i migranti ad accamparsi lontano dagli occhi proprio nella jungle – è la costruzione di un campo “legale” con controlli biometrici all’entrata in cui far spostare una parte dei migranti in transito.

Alla vigliacca azione della polizia francese, che sta procedendo a sgomberi a macchia di leopardo con i bulldozer, si aggiungono gli attacchi dei gruppi fascisti, tollerati dalle forze dell’ordine ed altri episodi inquietanti. Nei giorni scorsi, alcuni compagni si sono ritrovati con i propri computer hackerati.

Il corteo di ieri è stata una risposta importante a chi vorrebbe isolare Calais e instauravi un vero e proprio stato di polizia. Durante la manifestazioni sono proseguite le provocazioni dei fascisti locali che sono arrivati a minacciare la folla con un fucile. Il corteo si è poi diretto verso il porto di Calais, in diverse centinaia sono riusciti a scavalcare le griglie che proteggono il porto ed a salire su uno dei traghetti. La polizia ha reagito con lacrimogeni e cariche, un rifugiato siriano è stato colpito da una manganellata in testa e ha avuto un infarto. È stato successivamente rianimato e non si troverebbe in pericolo di vita.

La polizia è intervenuta anche sul traghetto dove le persone presenti chiedevano semplicemente di raggiungere i propri parenti nel regno unito al grido di “UK, UK!”. Si contano una quindicina di arresti tra migranti e solidali alcuni dei quali dovrebbero essere rilasciati nella giornata di oggi…

 

 

 

 

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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