Cimitero di Mezzo
L’ultima tragedia del mare parla di oltre 270 dispersi a largo delle coste tunisine, uomini e donne annegati in conseguenza all’avaria del barcone sul quale viaggiavano. Morire annegati se per dei giovani occidentali può essere una tragica fatalità per molti ragazzi e ragazze africane è una probabilità reale della loro vita.
Per il ministro dell’Interno Roberto Maroni la “legislazione italiana” sull’immigrazione è “adeguata e migliore rispetto agli altri paesi Ue. In Italia non esiste una carenza legislativa in questa materia; la legislazione vigente mette in campo tutti gli strumenti necessari sia per contrastare l’immigrazione clandestina sia per gestire i flussi regolari. Ciò che manca, invece, è una politica concertata a livello europeo”.
A noi sembra invece che la politica ci sia, e sia molto presente nel Mediterraneo, su tutti i livelli compreso quello della guerra. Il fatto è che proprio le politiche europee e quelle italiane con esse, sono colpevoli e consapevoli di questo sterminio. Rendere possibile e altamente probabile la morte di migliaia di ragazzi e ragazze di un altro continente è un fatto politico e dovuto alla gestione della governance sull’immigrazione. Il teatrino del rimbalzo delle responsabilità sui soccorsi, è un teatrino perfido quanto stucchevole dal momento che viviamo in un mondo dove si organizzano vacanze sulle orbite spaziali.
Ormai questi richiami a vicenda fra Europa e Italia sono buoni soltanto per riempire qualche pagina di giornale, poichè entrambi sono stati gli artefici della trasformazione del Mare di Mezzo in Cimitero di Mezzo.
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