InfoAut
Immagine di copertina per il post

Blue economy e ZEE

||||

La definizione della Zona Economica Esclusiva italiana sembra stia vedendo la luce: dopo essere passato assolutamente in sordina, l’iter amministrativo pare arrivato alla fase conclusiva.
La centralità del Mediterraneo sia dal punto di vista geopolitico, che commerciale ed economico è indubbia, così come l’affacciarsi di interessi in passato inediti. La decisione italiana di definire una propria ZEE dipende dall’emergere di una nuova concezione del mare e del suo sfruttamento strategico attraverso quella che va sotto il nome di “Blue Economy”.

Da almeno un decennio gli analisti economici e quelli della difesa sanno che il Mediterraneo gioca un ruolo sempre più strategico mano a mano che la Cina intensifica le proprie relazioni e stabilisce record di export sempre più strabilianti. Dal FMI a Bloomberg, da Stars and Stripes”ad Analisi e Difesa è stato tutto un susseguirsi di stime, valutazioni, proiezioni ed analisi.
Sul piatto non ci sono solo le rotte commerciali, sebbene queste abbiano spinto paesi come la Turchia ad azioni militari per potenziare la loro presenza nel mediterraneo o altri paesi ad intraprendere percorsi di profonda trasformazione dei siti portuali per accaparrarsi anche solo il transhipmet. Quello che si sta ulteriormente agitando negli ultimi tempi è l’emergere di una nuova concezione del mare e del suo sfruttamento strategico attraverso quella che va sotto il nome di “Blue Economy”. Il termine allude ovviamente all’acqua e fu introdotto, per la prima volta nel 2010, da un economista belga, Gunter Pauli, autore di Blue Economy. 10 Anni. 100 Innovazioni. 100 Milioni di Posti di Lavoro. Nell’intenzione di Pauli vi è l’introduzione di una nuova forma di economia sostenibile, simile a alla Green Economy, ma differente da essa. Partendo dal fatto che già la Green Economy è tutto fuorché green, a più di dieci anni dalla stampa di quel testo, la Blue Economy si è palesata per quello che è, con buona pace di Pauli, ossia un sistema di sfruttamento integrato delle risorse blu, che nel versante marittimo si estrinseca in turismo, attività ittiche ed energetiche.

Nella proposta di legge per la ZEE italiana ne vengono riportate: “L’istituzione della ZEE garantirà al nostro Paese un conseguente vantaggio economico importante, ad esempio per una parte dell’economia blu come la pesca. Potrà inoltre costituire un importante strumento per mettere in campo iniziative più mirate alla sicurezza delle nostre coste e alla tutela dell’ambiente marino salvaguardando così una preziosa risorsa dallo sfruttamento eccessivo, in un’ottica sempre più sostenibile. È quindi un intervento legislativo necessario per regolare tra le altre la pesca, la tutela dell’ambiente, e per rispondere a chi tenta di intaccare la nostra sovranità, cercando di appropriarsi di ciò che ci appartiene”. Più eloquenti di così sarebbe difficile essere. Si può quindi comprendere come le finalità delle ZEE sono quelle di stabilire confini chiari da difendere anche con manu militari, confini ovviamente di squisito interesse economico.

Mettendo assieme il concetto di piattaforma continentale (PC) che determina gli ambiti di sfruttamento delle risorse del sottosuolo marino e quello di ZEE, si può capire come ci sia una corsa ad accaparrarsi i nuovi mercati emergenti, sia in termini di giacimenti sottomarini, sia per quanto riguarda i problemi della pesca che costringe alla ricerca della risorsa ittica in tratti di mare sempre più distanti dalla costa. Se a tutto ciò sommiamo il fatto che l’Italia è un degli ultimi paesi a sancire le sue zone di interesse economico si comincia ad avere un quadro abbastanza chiaro della situazione. La spiegazione la si ritrova esattamente nella definizione di ZEE e più specificamente l’uso di attrezzature artificiali, temporanee o fisse. In questa definizione rientrano a pieno titolo le condutture per gas e petrolio, o le nuove ricerche per la sostituzione del Gas Naturale o del Metano con l’Idrogeno.[8] Una nuova stagione di implementazione infrastrutturale per pompare combustibile da un capo all’altro del Mediterraneo, raccordando gasdotti e oleodotti esistenti che giungono dall’Africa e dall’Asia, verso la grassa e vorace Europa.

Quindi quanto ipotizzato anni orsono, in altre parole un Mediterraneo come nuovo territorio di conflitto, sembra essersi realizzato. Avere un mare lottizzato nel quale in un miglio quadrato possono liberarsi risorse economiche di un certo rilievo, potrebbe aprire ad uno scenario di continue “scaramucce” tra confinanti, ognuno spalleggiato a sua volta da interessi molto forti. Si potrebbe immaginare il Mare di Odisseo definito in aree di influenza: da una parte la NATO che ne detiene i capisaldi centrali, dall’altra la terra di mezzo anatolica che dialoga con l’orso russo, consentendone il transito attraverso il Bosforo e poi l’area orientale sulla quale si affacciano i maggiori traffici commerciali da e per l’oriente che fanno estrema gola un po’ a tutti. In un contesto che appare assai più complesso di un misero stallo alla messicana, sancire delle zone esclusive vuol dire avere aree da offrire come zone franche o come transito protetto, tanto per natanti tanto per condutture e altro. Il conflitto tra interessi occidentali ed orientali si sposta quindi sullo scacchiere marino.

Per capirne di più ne abbiamo parlato con Giammarco, un compagno che ha appena scritto un articolo su questi temi.

Ascolta la diretta:

{mp3remote}https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021-07-06-blu-economy.mp3{/mp3remote}

Da Radio Blackout

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

economiamediterraneo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Nessun bacino a Saint-Sauvan, uno sguardo sulla marcia popolare e contadina

Sabato 16 novembre 2024, nonostante il freddo e i blocchi stradali della gendarmeria, quasi 1.000 persone hanno manifestato a Saint Sauvant contro i mega bacini e a favore di un’equa condivisione dell’acqua, in risposta all’appello lanciato dai collettivi Bassines Non merci, A l’eau la Vonne e dalla Confédération Paysanne.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP29: l’assenza di molti stati responsabili della crisi climatica e “il petrolio dono di dio…”

Da Radio Blackout: Quasi cento capi di governo sono atterrati a Baku per la COP29, ma tra loro mancano Xi Jinping, Joe Biden, Narendra Modi, Ursula von Der Leyen. La prima giornata è partita con la presidenza che da subito ha annunciato un accordo sui crediti di carbonio -meccanismi di mercato per ridurre le emissioni, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Nucleare: vecchi rischi e falsi miti sul tavolo della transizione energetica

Lo scorso 6 novembre si è svolto presso il ministero degli affari Esteri e della cooperazione internazionale l’evento inaugurale del World Fusion Energy Group (WFEG). Il summit, incassata l’assenza per malattia della premier Giorgia Meloni, la quale non ha comunque mancato di far pervenire il suo appoggio al mirabile consesso per voce del sottosegretario Alfredo […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Criminale è chi nega la crisi climatica, non chi la denuncia!

L’alluvione che lo scorso 20 ottobre ha colpito la piana di Lamezia ha mostrato, ancora una volta, tutta la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non siamo vittime del maltempo ma del malgoverno del territorio

L’Italia è tormentata dal mal tempo o da inadeguata agenda politica? O da entrambe?

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: sale la rabbia contro il governo regionale, mentre ancora si scava nel fango e si cercano 1300 dispersi

A Valencia si scava ancora nel fango per cercare i sopravvissuti a tre giorni dall’alluvione che ha messo in ginocchi il sud della penisola iberica. Il bilancio dei morti ora raggiunge quota 211, ma ci sono ancora 1300 dispersi. L’agenzia meteo lancia l’allarme rosso a Huelva, in Andalusia, così come alle Baleari: “Evitare gli spostamenti, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non abbandoniamo i paesi interni!

Sono anni che sentiamo da più parti (specialmente negli ambienti politici), il richiamo alla necessità di ripopolare i paesi dell’entroterra calabrese.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Valencia: disastro climatico, lotta di classe e governance di estrema destra

158 morti. È questo il bilancio provvisorio delle imponenti inondazioni che hanno colpito la regione di Valencia, in Spagna, il 29 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’accusa si basa su testimoni compromessi – Il processo Iuventa si sgretola!

L’audizione ha contribuito a far emergere i secondi fini e la assoluta mancanza di credibilità dei testimoni su cui l’accusa ha costruito l’intero caso.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Da una finanziaria all’altra

Riflessioni sulle politiche economiche del “nuovo” governo

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Legge di Bilancio per e contro i soliti noti

Da Sbilanciamoci di Andrea Fumagalli e Roberto Romano La manovra Meloni è senza progettualità e inutile per impatto economico (inciderà per 0,2 punti di Pil), fatta di tagli lineari, sottofinanziamemto della pubblica amministrazione, appesantimento della Fornero, misure una tantum come il taglio al cuneo fiscale, che pure risulta regressivo in questo quadro. Premessa  Come interpretare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Esercitazioni aeronavali Nato in acque italiane. E ci sono pure le Università

Giochi di guerra nelle acque del centro-sud Italia ininterrottamente per 25 giorni. Una potenza di fuoco navale senza precedenti per testare le nuove tecnologie belliche dell’Alleanza, lanciare inequivocabili messaggi di “deterrenza” contro i potenziali nemici che operano nel Mediterraneo e nel Mar Nero (Federazione Russa, le milizie di Hamas a Gaza e gli Hezbollah in […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: qual e’ lo stato di salute dell’economia cinese?

Il punto sullo stato di salute dell’economia della Cina dopo l’estate e sulle traiettorie, interne ed esterne, verso la fine del 2023 e il 2024.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Le multinazionali sono al top

Il report annuale sulle principali multinazionali curato dal CNMS (Centro Nuovo Modello di Sviluppo)

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Turismo, patrimonializzazione e lotte ambientali nel Mediterraneo

Cosa ci racconta la bellezza di un luogo? Come proteggere e conservare il patrimonio naturale, culturale e storico di una delle aree più intensamente toccate dal turismo?

Immagine di copertina per il post
Culture

La silenziosa coazione verso il baratro

Il dominio di classe proprio del capitalismo, precisa Mau, non è definito prioritariamente dallo sfruttamento, ma dalla relazione tra chi controlla le condizioni della riproduzione e chi ne è escluso.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Ponte sullo Stretto come il Muos di Niscemi e Sigonella

Non prova neanche a mimetizzarlo il suo punto vista, Lucio Caracciolo, sul ponte sullo Stretto. Ne ha parlato in un pezzo scritto per La Stampa il 7 dicembre scorso.