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India: ancora proteste contro gli stupri. Scontri a New Delhi

Di fronte all’incedere delle proteste il governo ha tentato di correre ai ripari, dando ordine alla polizia di vietare qualsiasi tipo di manifestazione nel centro di Delhi, ma il divieto è stato subito infranto nella giornata di ieri, quando la capitale è tornata a riempirsi di migliaia di manifestanti.

Una manifestazione spontanea composta da donne e uomini (tra cui moltissimi studenti) si è riversata nelle strade di Delhi ed è tornata a dirigersi nuovamente verso il palazzo presidenziale, dove si trovano anche il Parlamento e alcuni ministeri.

L’area era stata resa inavvicinabile da transenne e schieramenti di polizia ma il corteo ha tentato comunque di avvicinarsi e di rimuovere le barriere che formavano la zona rossa attorno al palazzo presidenziale; la polizia, evidentemente in difficoltà nel tentare di contenere la rabbia del corteo, ha risposto con l’uso di manganelli, idranti e lacrimogeni contro i manifestanti.

Il corteo ha chiesto una maggiore sicurezza per le donne all’interno della città (in cui i casi di stupro sono molto frequenti) ma alcuni striscioni e cartelli cercavano anche di ribaltare le scusanti molto spesso addotte ai casi di violenza sulle donne, recitando frasi come “non diteci come dobbiamo vestirci, dite a loro di non stuprarci”.

Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno aveva annunciato l’ergastolo per i 6 autori della violenza (che sono stati tutti identificati ed arrestati) e ieri ha aggiunto che valuterà anche la pena di morte che una parte dei manifestanti invocava in alcuni cartelli.

Ma le proteste di questi giorni sembrano sempre più voler andare oltre la richiesta di ‘giustizia’ per il caso di una settimana fa e chiedere invece un cambiamento più generale per la condizione delle donne indiane; una richiesta di fronte alla quale il governo sta rispondendo con difficoltà, limitandosi a promettere pene più pesanti e misure securitarie nella capitale.

La giornata di protesta di ieri è stata sicuramente una delle più grosse e di fronte alla quale la polizia ha risposto con maggiore violenza ma mobilitazioni di diverso tipo proseguono con continuità in molte parti dell’India, mentre un gruppo di donne sta presidiando da giorni l’ospedale in cui è tuttora ricoverata la ragazza vittima della violenza.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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