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Molestie sui mezzi? Non restiamo indifferenti… Ribelliamoci!

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dalla pagina di Non Una di Meno – Torino:

Dopo le molestie e le violenze subite da una ragazza su un autobus a Torino, la rete Nudm Torino rilancia una campagna contro le molestie sui mezzi pubblici. Qui il comunicato e il suo racconto. La ragazza non solo ha reagito alla molestia, ma ha anche trovato la forza di condividere con la rete quello che le era successo perchè la sua esperienza personale potesse diventare pratica politica collettiva. Non restiamo indifferenti alle molestie! La violenza contro le donne ci riguarda tutte e tutti…ribelliamoci! A breve news e info sulla campagna…

Torino. Quello che segue è il racconto che ha condiviso con noi un’amica, la quale pochi giorni fa dopo aver reagito ad una pesante molestia, è stata presa a pugni in faccia dal molestatore. Si trovava su un autobus, quando è stata molestata di fronte all’indifferenza generale. Nessuno è intervenuto per bloccare il molestatore; nessuno è intervenuto per aiutarla e sostenerla. Persino l’autista dell’autobus ha fatto ben poco: dopo aver preso a male parole il molestatore l’autista l’ha lasciato fuggire, senza fare nulla e senza interessarsi alle condizioni fisiche della nostra amica, scesa poi dal bus e corsa in ospedale a farsi medicare e refertare. L’autista non si è nemmeno preoccupato di informarla che avrebbe avuto 8 ore di tempo per segnalare alla Gtt l’accaduto ed entrare in possesso delle riprese delle telecamere di videosorveglianza che sarebbero state poi utili alla denuncia e al riconoscimento del molestatore. Informazione che invece abbiamo reperito noi grazie ad una rapida ricerca su internet.Insomma la nostra amica si è trovata sola, come immaginiamo si ritrovino sole le decine e decine di donne che ogni giorno vengono molestate per strada, sugli autobus, in situazioni affollate, etc…

Non vi raccontiamo questa storia per chiedere maggiore controllo e sicurezza, più telecamere di sorveglianza o più polizia sugli autobus.tuttavia…Troviamo inammissibile che i cartelli su autobus e tram segnalino soltanto il pericolo di furti e borseggi e non diano indicazioni sulle situazioni di molestie e violenze. Troviamo intollerabile che il personale Gtt sia disposto a fermare un mezzo fino all’arrivo della polizia se a bordo qualcuno è senza biglietto o senza documenti, ma che non gli venga in mente di fare qualcosa nel momento in cui una ragazza viene molestata e picchiata. Troviamo assurdo, ma purtroppo non ci sorprende, l’indifferenza generale delle persone presenti che evidentemente hanno pensato che la questione non li riguardasse e non sono intervenute.

Invece vi raccontiamo questa storia perchè crediamo che la soluzione sia davvero a portata di mano, e stia nel comportamento di ognun*. Crediamo che la soluzione stia in una cultura dell’attenzione reciproca, nel pensare che le violenze contro le donne ci riguardano, tutti e tutte, nell’immaginare che si possa reagire, nel capire che le strade e i luoghi li rendono liberi e sicuri le persone che li frequentano e imparano a non voltarsi dall’altra parte in una situazione del genere. La nostra amica infatti non solo si è difesa, ma ha reagito. Forse qualcuno avrà pensato che non si reagisce così ad una molestia? Forse qualcuno avrà pensato che una donna non deve agire violenza? Forse qualcuno avrà pensato che se reagisci passi dalla parte del torto?

Tutta la nostra solidarietà a leie a chi legge rivolgiamo l’appello di provare a pensare che la violenza sulle donne si può combattere insieme, con la solidarietà, anche nei piccoli gesti quotidiani, con l’attenzione che rivolgiamo a chi ci sta intorno, nel linguaggio che usiamo, con le scelte che facciamo contro l’indifferenza generale e diffusa.

Non Una Di Meno – Torino

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Giovedì 11 maggio ero sull’autobus 3027, linea 67 direzione Arbarello, diretta ad un appuntamento con una mia amica. Una volta seduta, tra i passeggeri è salita una ragazza che si è seduta vicino a me e di fronte, poco dopo, un uomo sopra la trentina, stempiato e dall’aria comune. Ha subito iniziato ad infastidire la ragazza che aveva davanti, tentando di toccarla “casualmente” e invadendo immotivatamente il suo spazio mentre si palpava più o meno visibilmente. Quando lei l’ha redarguito, lui ha ignorato il suo fastidio continuando con quell’atteggiamento, fino a spingerla a spostarsi più in là. Un’identica scena si è ripetuta quando al suo posto si è seduta una nuova ragazza, nuovamente l’uomo ha tentato di toccarla e l’ha infastidita fino a spingerla a spostarsi. In tutto questo l’autobus non è mai stato vuoto, molti hanno visto e nessuno ha anche solo provato ad intervenire.Quando davanti all’uomo si è seduto un signore sulla cinquantina, si è sentito in diritto di infastidire i presenti con forti sbadigli e sguardi ammiccanti alle ragazze vicino a lui, finché non si è accorto di me alle sue spalle. A quel punto si è sentito in diritto di iniziare a masturbarsi fissandomi con aria divertita e ammiccando, senza che ancora nessuno sentisse la necessità d’intervenire. Ho deciso di farlo da sola, prima urlandogli, visibilmente arrabbiata, di smetterla e poi al suo rifiuto e, di fronte al suo divertimento, colpendolo in viso.Lui vista la reazione ha deciso che prendermi a pugni in faccia sarebbe stata la giusta risposta per quella che, cito testualmente “non era una donna”. È seguito uno scambio di colpi più o meno riusciti che finalmente hanno attirato l’attenzione dei presenti che sono intervenuti per separarci senza troppa convinzione. L’autista ha aperto le porte, fermandosi a Torino Esposizioni, e l’uomo è sceso continuando ad inveire e insultarmi, poi si è allontanato.Nessuno ha chiamato la polizia o i carabinieri.L’autista del mezzo, dopo un rapido interessamento, è ripartito proseguendo la corsa.La denuncia sono andata a farla con il sostegno della prima ragazza molestata, che mi ha anche accompagnato in ospedale, dove mi sono stati dati 7 giorni di prognosi per una distorsione della colonna cervicale e alcune contusioni, tra cui l’occhio sinistro colpito da un pugno.Sinceramente sono frustrata ed arrabbiata per la totale mancanza di aiuto o interesse riscontrato sia dalla maggior parte dei passeggeri sia, e soprattutto, dall’autista del mezzo che, pur essendo a tutti gli effetti considerato un pubblico ufficiale, non ha saputo o voluto intervenire in maniera incisiva nella situazione.

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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