Monaco, richiedenti asilo in sciopero della fame contro il governo
Sono uomini e donne provenienti dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Iran e altri paesi ancora che da tempo attendono risposte per il riconoscimento dello status di rifugiati e che nel frattempo sono costretti a rimanere confinati nell’area di Monaco, senza permessi per lavorare, ammassati per mesi in strutture di emergenza senza garanzia alcuna sui propri diritti e sul proprio futuro.
Sabato scorso hanno deciso di accamparsi nel pieno centro di Monaco e hanno iniziato il proprio sciopero per uscire dall’invisibilità in cui le autorità vorrebbero relegarli, per rimettere al centro dell’attenzione i propri bisogni contro politiche di accoglienza inaccettabili che si trasformano in incubi burocratici dai tempi infiniti, dove l’ottenimento regolare di un pezzo di carta viene troppo spesso anteposto alle condizioni di vita di migranti e rifugiati.
Dopo alcuni giorni di sciopero il governo ha accettato di incontrare una delegazione degli scioperanti ma si è trattato di una mera iniziativa di facciata che non ha dato alcuna garanzia ai rifugiati e alle rifugiate. Non solo, il ministro per gli affari sociali, Christine Haderthauer, ha attaccato la protesta definendola un ‘ricatto’ inaccettabile che vorrebbe costringere il governo ad aprire una ‘corsia preferenziale’ per il trattamento e la legiferazione sui migranti.
Di fronte a tali dichirazioni, che confermano come la dignità delle persone non sia evidentemente tra le priorità dell’agenda politica del governo, i rifugiati non si sono tirati indietro e hanno dichiarato di voler proseguire la propria battaglia.
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