InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ribellarsi è giusto, anche nei Cie: una sentenza storica

Nei lager per migranti le rivolte e la loro repressione, così come gli atti di autolesionismo, sono talmente endemiche che ormai non fanno più notizia, se non allorché convenga tornare ad additare il pericolo pubblico dei “clandestini”. Sicché quello che si è consumato fra il 9 e il 15 ottobre scorsi nel Cie “S. Anna” di Isola Capo Rizzuto è stato solo uno dei tanti episodi di ribellione alla illegittima sottrazione della libertà personale e a condizioni di reclusione intollerabili: negazione di cure sanitarie basilari, materassi lerci e privi di lenzuola, latrine altrettanto luride, pasti ridotti al minimo e consumati per terra…

Nel corso di quella rivolta alcuni “ospiti” salirono sul tetto e lanciarono grate e altre suppellettili divelte contro il personale di servizio e di vigilanza. Tre di loro – un algerino, un marocchino e un tunisino – si arresero dopo ben sei giorni di rivolta e di digiuno, e furono arrestati con l’accusa di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Come spesso accade, ad accendere la miccia della rivolta erano state alcune odiose pratiche routinarie. Ad A.A., onesto cittadino algerino che viveva a Viareggio lavorando come cameriere, erano stati sottratti alcuni innocui effetti personali durante una “operazione di bonifica” del Cie, come si dice con formula eufemistica degna di un lager. Ad A.H., altrettanto onesto cittadino marocchino, che abitava con la famiglia a Gioia Tauro e lavorava da artigiano, era stato rifiutato il permesso di visitare la madre moribonda. Quanto al terzo, D.A., cittadino tunisino, egli, che viveva a Cosenza da molti anni con la sua compagna, allora incinta di tre mesi, si era ritrovato di punto in bianco ammanettato per strada, imprigionato in una caserma di polizia, poi trascinato in quell’inferno.

Si dirà che tutto questo non è che la consueta banalità del male. In tal caso, però, è l’esito processuale ad essere tutt’altro che consueto e banale: il 12 dicembre scorso il giudice del tribunale di Crotone, Edoardo D’Ambrosio, ha assolto e resi liberi i tre rivoltosi – anzi “dimostranti”, come li definisce rispettosamente – con una motivazione che non potrebbe essere più limpida e più fedele alla Costituzione italiana e alla Convenzione europea dei diritti umani: reagire ad offese ingiuste, scrive il giudice, è un atto di legittima difesa. Allorché la dignità umana è calpestata e la giustizia oltraggiata, egli afferma, ribellarsi è legittimo. E lo è non solo sul piano morale, ma anche su quello specifico del diritto, nazionale ed europeo.

Il giudice D’Ambrosio non si limita a enunciare un principio, bensì lo inserisce nel contesto concreto. I tre cittadini stranieri, scrive nella sentenza, “sono stati trattenuti” in strutture “al limite della decenza, intendendo tale ultimo termine nella sua precisa etimologia, ossia di conveniente alla loro destinazione: che è quella di accogliere essere umani”. E rimarca: “esseri umani in quanto tali, non in quanto stranieri irregolarmente soggiornanti sul territorio nazionale”, i quali andrebbero trattati secondo lo standard qualitativo che si applica (o dovrebbe applicarsi) al cittadino medio, senza distinzione di origine, nazionalità, condizione sociale.

E non solo. Egli contesta che il “trattenimento” dei tre cittadini stranieri nel Cie sia stata una misura proporzionata all’entità della violazione amministrativa e, fra le righe, mette in dubbio la stessa legittimità dei lager per migranti: l’offesa alla dignità umana, soggiunge, è ancor più grave per il fatto che si tratta di persone le quali, “costrette ad abbandonare i loro Paesi di origine per migliorare la propria condizione”, sono state private della libertà personale senza aver commesso alcun reato.

Quella del tribunale di Crotone è una sentenza che non è ampolloso definire storica. Se poi si considera che due giorni fa la Corte europea per i diritti umani con voto unanime ha condannato l’Italia per il trattamento inumano inflitto a sette detenuti nelle carceri di Busto Arsizio e di Piacenza, si può auspicare che qualche crepa vada aprendosi nel fortilizio lugubre del sistema detentivo italiano. Ma il parlamento e il governo che scaturiranno dalle prossime elezioni vorranno occuparsi della violazione dei diritti fondamentali di coloro che sono ristretti nelle carceri e nei Cie? L’esperienza ci rende pessimisti, la volontà politica ci fa sperare.

di Annamaria Rivera, da Il manifesto, 10 gennaio 2013

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

ciemigranti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Per Anàs, morto in mare e per tutte le altre vittime dei confini

Lo scorso 9 agosto la comunità lametina si è stretta attorno alla piccola bara bianca contenente i resti di Anàs, bimbo di sei anni annegato in un naufragio e ritrovato nel nostro mare.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Aborto libero, sicuro e gratuito!

Sabato 28 settembre, in occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro, in Piemonte in tant3 ci mobiliteremo su tutto il territorio contro le politiche regionali che da anni sposano obiettivi antiabortisti, retrogradi e lesivi della libertà di scelta.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Pride critico, Pride comodo

Dov’è stato lasciato il “prendere e fare” a favore del “chiedere e aspettare”? Gli oppressi hanno iniziato un ciclo politico in cui si costituiscono come vittima senza agency che cerca di essere protetta. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Charlie Moya Gómez pubblicato in castigliano su Zona de Estrategia il 27/06/2024. […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – in dialogo con Fatima Ouassak

Fatima Ouassak è una politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista. Il suo ultimo libro Per un’ecologia pirata (tradotto in italiano da Valeria Gennari per Tamu edizioni (2024)) propone un’alternativa all’ecologia bianca, borghese e a cui manca un approccio intersezionale.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

RBO al Festival Alta Felicità – In dialogo con Louisa Yousfi

Il termine “Barbari” viene utilizzato da Louisa Yousfi nel suo libro “Rester barbares” allo scopo di mettere in luce una trappola: da una parte il paradigma del razzismo proclamato, quello dell’estrema destra che definisce barbari i soggetti razzializzati e dall’altro lato il razzismo integrazionista, quello per cui occorre essere dei “buoni selvaggi”educati per essere all’altezza dei bianchi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

No agli antiabortisti nelle strutture pubbliche!

Giovedì 11 luglio alle ore 12 si terrà una conferenza stampa davanti all’Ospedale Sant’Anna a Torino (ingresso via Ventimiglia) organizzata dal Comitato per il Diritto alla Tutela della Salute e alle Cure – Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Le donne africane e la difesa della terra e dei beni comuni

Due articoli tratti dalla WoMin African Alliance, scritti in occasione della Giornata della Terra (22 aprile) e della Giornata internazionale della biodiversità (22 maggio).

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Bergamo: Pride si schiera per la Palestina, il Comune revoca il patrocinio

La decisione di ritirare il patrocinio è scaturita in seguito ad un post pubblicato sui social del Bergamo Pride, che ha preso pubblicamente posizione a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio in atto.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Piemonte. La crociata del centrodestra contro l’aborto

Due milioni e 340 mila euro per finanziare le associazioni antiabortiste in Piemonte. Li ha stanziati il governo di destra della Regione Piemonte dal 2022 ad oggi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Sui nostri corpi decidiamo noi.

Il 25 maggio in tutta Italia scenderemo in piazza contro l’ennesimo attacco all’aborto svolto da questo Governo, non a caso in contemporanea a fortissimi attacchi verso le persone trans+

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Trieste: in Via Gioia uno spazio di accoglienza negato a due passi dal Silos

A Trieste, città di frontiera che non si riconosce tale, vogliamo mostrare che trovare uno spazio dove accogliere le persone migranti è possibile.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

L’accusa si basa su testimoni compromessi – Il processo Iuventa si sgretola!

L’audizione ha contribuito a far emergere i secondi fini e la assoluta mancanza di credibilità dei testimoni su cui l’accusa ha costruito l’intero caso.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Firme false e assistenza inesistente per i reclusi: la Procura indaga sul Cpr di Milano

Il primo dicembre la Guardia di Finanza ha perquisito la struttura per acquisire documentazione. Il reato ipotizzato per l’ente gestore Martinina è frode in atto pubblico. Un’inchiesta di Altreconomia aveva svelato le “false promesse” della società alla prefettura di Milano

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Una prigione per migranti in Albania

Ieri la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei migranti ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Migrazioni, guerre e ambiente

Il 28 settembre il consiglio dei ministri del governo Meloni ha approvato un nuovo decreto sull’immigrazione che con una mano prosegue l’opera di criminalizzazione delle persone migranti e con l’altra aumenta ulteriormente i fondi per le forze dell’ordine e la militarizzazione dei territori.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Che cosa succede al processo contro Mimmo Lucano?

Il 20 settembre si è tenuta l’ultima udienza, dedicata alla difesa di Mimmo Lucano: gli avvocati difensori, Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, che da anni lo difendono a titolo gratuito, hanno illustrato le loro valutazioni critiche della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Locri ormai quasi due anni fa

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Alba(Cuneo): sabato 19 agosto corteo per i diritti dei migranti e dei braccianti in lotta

Casa, documenti, salute e lavoro: questi i temi che saranno portati in piazza da braccianti e migranti che sabato 19 agosto si raduneranno in una manifestazione solidale ad Alba in provincia di Cuneo.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Ombre e dubbi sulla morte di Moustafà Fannane

Diverse persone, anche tramite post e commenti pubblici sui social-network, hanno espresso perplessità rispetto al suo stato di salute antecedente alla morte, notando in particolare un insolito gonfiore e una forte apatia: caratteristiche che non lo contraddistinguevano affatto.