Salone del libro Torino: interrotto intervento della ministra Roccella.
Riceviamo e pubblichiamo volentieri..
Torino, 20/05/2023 – Interrotto l’intervento della ministra per la famiglia, Eugenia Roccella, nel padiglione della Regione Piemonte, da parte di diversi movimenti di Torino, da Extinction Rebellion a Non Una di Meno. “Siamo di fronte alla cecità di un governo che continua a investire in combustibili fossili e in politiche volte a restringere il diritto all’aborto” dichiarano le persone presenti. Molte le attiviste pedinate e perquisite senza motivo. Striscioni e sit-in anche all’esterno del Salone.
Questa mattina, presso il Salone del Libro, diversi movimenti torinesi hanno accolto la ministra della famiglia e della natalità, Eugenia Roccella, con svariate forme di protesta. Alcune persone legate a Extinction Rebellion e Non Una di Meno si sono sedute tra il pubblico del padiglione della Regione Piemonte, dove era attesa la ministra. Al suo arrivo una ragazza si è bendata gli occhi, mentre tutte si alzavano in piedi, intonando cori e reggendo dei fogli con scritto “Giù le mani dai corpi e dalla terra”, “Aprite gli occhi” e “Né le terre né i nostri corpi sono territori di conquista”. Nel frattempo, fuori dal Salone, Ecologia Politica e il Comitato EsseNon hanno aperto striscioni e volantinato per denunciare il rapporto con i principali partner di questa edizione del Salone del Libro, Intesa Sanpaolo e Esselunga.
In un Salone del Libro pesantemente presidiato dalla forze dell’ordine, alcune attiviste non hanno potuto raggiungere il Padiglione e unirsi alla protesta perché pedinate e perquisite dalla polizia, senza mandato. In un pesante clima di intimidazione, moltissime le persone tra il pubblico identificate e perquisite, anche semplici spettatori, non legate ai movimenti. Un’azione simbolica e pacifica, di dissenso e manifestazione del libero pensiero, è stata gestita come un problema di ordine pubblico e sicurezza.
Una protesta volta a denunciare le posizioni della ministra che ha più volte dichiarato che “purtroppo l’aborto è un diritto delle donne”. Sotto accusa anche il governo nazionale e regionale, che a fronte di una crisi climatica ormai conclamata, continua a osteggiare qualsiasi misura volta a ridurre le emissioni: dal bando dei motori a combustione interna, all’isolamento termico degli edifici al bando della plastica usa e getta. “Questo sistema politico è cieco di fronte alla gravità della crisi climatica e dei suoi effetti drammatici, che colpiranno soprattutto le donne, ma è ben attento invece a capire come disporre dei nostri corpi e dei nostri diritti riproduttivi“, dice Aurelia di Extinction Rebellion.
La protesta arriva nei giorni successivi alla drammatica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, che ha causato, secondo gli ultimi aggiornamenti, 14 vittime e migliaia di sfollati. Sono gli effetti diretti della crisi eco-climatica che da inizio 2023, ha già causato 73 eventi estremi solo in Italia, la maggior parte provocati da piogge intense, alluvioni e siccità.
Ma le priorità della maggioranza politica che governa l’Italia e il Piemonte sono diventate evidenti il 18 aprile, durante la votazione del bilancio triennale del Consiglio Regionale. La minoranza aveva proposto un ordine del giorno che impegnava la giunta in una campagna di comunicazione sul grave stato di crisi ecoclimatica. Sebbene l’ordine del giorno sia stato bocciato, è stato, invece, confermato il raddoppio dei fondi alle associazioni antiabortiste. Il presidente del consiglio Allasia, quel giorno, sbeffeggiando le persone in presidio fuori da Palazzo Lascaris aveva consigliato di “aspettare il padre eterno per la pioggia”. “Nonostante i tantissimi i problemi che il Piemonte intero sta vivendo, e nonostante la sanità pubblica sia enormemente sottofinanziata, questa maggioranza non ha avuto nessuna difficoltà ad investire un milione di euro nel fondo Vita Nascente,” dichiara Non Una DI Meno “E questo avviene in una regione dove un medico su due è obiettore di coscienza”.
In un’Italia piegata da alluvioni e siccità, diversi movimenti di Torino scendono oggi in piazza per difendere il diritto ad un futuro vivibile e all’autodeterminazione dei propri corpi, di fronte ad un governo che sta facendo di tutto per calpestarli.
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