12 novembre: un presidio per sostenere Eddi
Eddi domani dovrà affrontare l’appello in cui si deciderà la revoca o meno della sua sorveglianza speciale.
La vicenda paradossale che l’ha coinvolta è iniziata il 17 marzo di quest’anno. Il primo lockdown era appena iniziato e il Tribunale di Torino prima di cessare le attività la ha condannata a due anni di sorveglianza speciale per essere andata in Rojava a combattere l’Isis in prima persona e per essere rimasta attiva nelle lotte sociali nel nostro paese al suo ritorno.
Una condanna che ha espresso tutta la meschinità e la bassezza del potere giudiziario e poliziesco di questa città, in grado di perseguitare chi ha scelto di non stare a guardare mentre in un altro luogo del mondo la barbarie opprimeva e uccideva.
Eddi è stata condannata alla sorveglianza speciale perché al rientro in Italia ha continuato a mobilitarsi in difesa della popolazione del Rojava, ma anche contro la violenza di genere, la devastazione ambientale e lo sfruttamento nel nostro paese.
E’ stata condannata in quanto donna, l’unica tra i quattro coinvolti nel processo. La vicenda di Eddi si inserisce nella continua persecuzione che il tribunale di Torino ha portato avanti negli ultimi anni nei confronti in particolare delle donne impegnate nei movimenti: Nicoletta, Dana, Eddi, tutte condannate a pene esemplari.
Molti sono gli attestati di solidarietà che in tutta Italia sono stati mossi nei confronti di Maria Edgarda e contro un concetto come quello della “pericolosità sociale” ereditato dall’epoca fascista e inventato appositamente per reprimere chi lotta per un mondo diverso senza oppressioni dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura. Quanto è avvenuto ad Eddi se inserito nel contesto di questo 2020 non può che mostrare che la vera pericolosità sociale è quella del sistema di sviluppo in cui siamo costretti a vivere che abbandona i più deboli, sacrifica la salute del lavoratori, sottomette chi non è bianco e chi non è uomo, distrugge la natura e sta rischiando di condurci sulla strada della barbarie, o peggio dell’estinzione.
Domani dunque sarà importante sostenere Eddi davanti al Tribunale di Torino in Corso Vittorio Emanuele II 130, alle 9 perché venga immediatamente liberata da questa misura assurda.
Un gruppo di giovani donne ha prodotto questo video per Eddi e per tutte le sorelle che grazie alle loro spine crescono belle e rigogliose.
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