“Lo squadrone di assalto di Nikea era guidato da Giorgio Patelis e sotto  la direzione del deputato I. Lagos. Una  struttura e un’organizzazione, basata su una gerarchia, che si può trovare solo in gruppi  criminali paramilitari. La base delle operazioni è il quartiere generale  dove si costituiscono le squadre per gli agguati contro i migranti e  per altre azioni. All’interno della sede centrale sono conservate mazze,  coltelli e manganelli che “scompaiono” quando sta per arrivare un  controllo della polizia”.
 
“Il nostro referente a Nikea era Patelis, Patelis riferiva a Lagos e da  quel momento si poteva avere l’ok del leader. Se il leader dava l’ok  scendevamo nelle strade, per fare scritte sui muri o per aggredire i  pakistani. Il capo di Nikea, Patelis, aveva costruito un gruppo  ristretto in cui solo i palestrati, i suoi ragazzi, potevano entrare” –  continua rivelando come l’assassino di Pavlos fosse nel consiglio dei  cinque membri di Nikea – “Patelis inserisce solo uno dei suoi nel  gruppo. Roupakias entrò senza nessuna elezione, senza niente”.
 
Una rivelazione che conferma tutto ciò che era stato confessato finora  dall’assassino, che può negare di essere un membro dell’organizzazione,  ma che in realtà è perfino in possesso della tessera del partito, come  l’ex membro di Alba Dorata sostiene. “Quando dovevamo, nascondevamo le  armi nell’auto di G. Patelis e anche nella casa della madre”. L’Organizzazione Locale di Nikea.
 
“Per entrare nello squadrone d’assalto di Nikea bisognava essere della  cricca di G. Patelis e dare prova di cosa si era capaci di fare. I.  Lagos ha la responsabilità delle organizzazioni locali della regione, in  particolar modo di Nikea”.
 
L’informatore anonimo continua con delle dichiarazioni che potrebbero  scioccare:
 
“Quando entravi nel nucleo ristretto, ti consegnavano un  libretto personale dove venivano registrate le tue prestazioni. A quante  azioni hai preso parte, quanti pakistani hai pestato, quanto tempo hai  trascorso nelle assemblee della sede centrale…”.
“Tra i membri della sezione locale di Nikea c’erano anche dei minorenni,  studenti medi che erano stati reclutati per unirsi al partito da  studenti più anziani all’interno delle scuole. “Centauri” è il nome dei  membri più giovani dell’organizzazione (n.d.t.: “centauri” era anche il  nome del partito di governo Nuova Democrazia, vecchio gruppo squadrista  che era capitanato, tra gli altri, dal cugino del leader di Alba Dorata  Michaloliakos. Il gruppo era stato creato per attaccare le mobilitazione  studentesche durante gli anni ‘80. E’ noto che l’attuale primo ministro  era a capo del gruppo di Kalamata).
A volte, la squadraccia locale diventava incontrollabile. Era  super-risaputo: tutti volevano entrare nel partito. Patelis ha deciso  quindi di costituire un gruppo aperto e uno ristretto. Nel nucleo  ristretto erano accettati solo pompati e palestrati. L’usanza principale  era prendere pillole e diventare palestrati”.
 
Secondo il testimone, il gruppo di assalto di Nikea si era mosso  dappertutto. Erano presenti durante gli scontri fuori dal centro di  detenzione per migranti di Corinto. Tra di loro, c’erano  anche dei minori:
 
“Nel gruppo dei cinque membri di Nikea, G. P. considerava solo la sua  cerchia ristretta. Questo gruppo prendeva tutte le decisioni.  Apparentemente così era scritto nello statuto della sede centrale e loro  tenevano i documenti dell’archivio”, spiega il testimone.
 
Secondo quello che afferma l’ex membro, almeno 30 persone sono state  accettate nell’organizzazione dopo aver aggredito come prova migranti o  avversari politici. Il testimone afferma che l’organizzazione non utilizzava solo palestrati  “con i muscoli gonfi”, come lui steso li definisce, ma anche hacker per  compiere attacchi tramite facebook. La prestazione di ciascun membro  veniva annotata su un libretto speciale.
 
Come ricorda l’uomo, la squadra di Nikea possiede una propria divisa:  pantaloni militari bianchi e neri e camicia nera; una serie di vestiti  che compravano in un negozio speciale che si trova vicino alla stazione  locale di polizia e che faceva uno sconto ai membri di Alba Dorata. La polizia copriva loro le spalle. L’ex membro di A. D. sostiene che tutti i controlli di polizia sono  “truccati” dal momento che un ufficiale di polizia del comando di Nikea è  lui stesso un membro di Alba Dorata e fornisce informazioni al gruppo  centrale, così come gestisce le azioni di “pulizia” se capita che  qualcuno accidentalmente viene colto in flagranza di reato.
Sull’omicidio di Pavlos Fyssas che ha scioccato la Grecia, ha rivelato:
 
“Io so che l’avevano preso di mira perché scriveva canzone antifasciste.  Aveva composto anche qualche testo contro Alba Dorata. Questo è un  gesto coraggioso, secondo me. Tutti dovrebbero scrivere ciò che  vogliono. Ma non è un motivo per uccidere. Ma lui era un antifascista e  parlava di questo nelle sue canzoni e loro lo sapevano”.
 
L’ex membro del gruppo ha fatto delle rivelazioni anche rispetto alla  telefonata fatta al killer dai membri di Alba Dorata che si trovavano  nel bar dove stava la vittima. In base alla struttura organizzativa, a chi avrebbero dovuto telefonare?
 
“Patelis, tutti hanno il numero di telefono di Patelis e chiunque doveva  chiamare lui o qualcuno che lo avrebbe informato in seguito. Patelis  riferiva a Lagos e Lagos a Michaloliakos. Fino a quando ho fatto parte  dell’organizzazione locale di Nikea, le cose funzionavano in questo  modo”.
 
Come si diventa membri?
 
“Devi pagare 20 euro, mostrare una carta d’identità greca e  registrarti. La tessera di adesione ha il tuo nome, quello  dell’organizzazione e il numero d’iscrizione. Invece per entrare nel  vivo del gruppo bisogna avere del fegato per riuscire ad accettare tutte  le cose che ti chiedono. Tu sei uno zero. Sai come funziona? Ti fanno  cadere a terra e ti salgono addosso schiacciandoti e poi iniziano a  picchiarti nelle costole davanti a tutti. Tu non sei niente e devi fare  quel che dicono. Non puoi avere delle tue opinioni. Tu prendi ordini,  questo è tutto!”.
 
Il commercio illegale di Alba Dorata
 
Aggredivano esclusivamente i migranti?
 
“Aggredivano soprattutto pakistani, ma erano azioni mirate più che altro  alla loro immagine pubblica. Io non posso accettare la loro logica:  prima picchiano i pakistani e poi gli vendono protezione. Con qualsiasi  pakistano tu parli a Nikea, ride quando sente parlare di Alba Dorata. Alba Dorata  vende protezione ai pakistani. L’organizzazione locale prende i vestiti  che la gente comune dona per aiutare i bisognosi e li dà ai pakistani  per i mercatini che li vendono nei loro banchetti e pagano la loro parte  ad Alba Dorata”.
 
Quello che stai raccontando è conosciuto dall’onorevole Lagos?
 
“Tutto ciò che accade è sotto la sua sorveglianza. Lagos conosce tutto,  Qualsiasi cosa noi diciamo, qualsiasi cosa succeda, Lagos ne è  conoscenza. I militanti che parlano di queste cose fuori dal gruppo  vengono picchiati. E loro avevano prove e dettagli su tutto questo, ma  venivano picchiati ed espulsi”.
 
Chi c’era a Perama durante l’attacco contro i membri del partito comunista?
 
“Le stesse persone dell’omicidio. La squadraccia di Nikea. Ho saputo  queste cose da un testimone che era presente entrambe le volte. E parlo  di tutte le 150 persone che compongono l’organizzazione locale di  Nikea”.
 
Tra le altre cose, il testimone rivela che si erano mobilitati anche dei minori per gli assalti squadristi:
 
“Negli scontri al campo di Corinto, partirono da Nikea per andare a  Corinto e c’erano con loro anche dei minori”. Il responsabile  dell’operazione si era messo dietro,  fregandosene dei ragazzini che aveva mandato in prima linea.”
 
 
Fonte : Indy Athens