Cade il castello di digos e procura: scarcerati i due antifascisti palermitani. 5000 in piazza
In meno di una settimana cade la montatura di digos e procura di Palermo che aveva portato all’arresto di due militanti antifascisti accusati di tentato omicidio nei confronti di un fascista picchiatore. Decade l’accusa. Carlo e Gianmarco saranno liberi nel tardo pomeriggio.
Il GIP ha valutato le prove portate dal Pubblico Ministero e dalla questura di Palermo insufficienti per trattenere in carcere i due giovani antifascisti. Insufficienti le prove documentali che non ricondurrebbero Carlo e Gianmarco al video circolato in rete, insufficienti le motivazioni evidentemente piegate alla crociata politica tesa a garantire agibilità politica e tutela legale ai fascisti, trasformati, da un giorno all’altro, da leoni a vittime da coccolare.
Massimiliano Ursino resta un uomo spregevole anche dopo la solidarietà bipartisan che l’ha investito, e proprio per questo è incappato in qualcuno che per strada non digeriva le sue strafottenze, le ronde sui bus, i pestaggi agli immigrati. Un incidente che gli è costato in fondo solo qualche giorno di riposo e non 20 giorni di prognosi come falsamente dichiarato dalla polizia di Palermo in base a un referto medico fantasma, mai esistito.
L’accusa nei confronti di Carlo e Gianmarco è stata derubricata ad aggressione con lesioni e saranno scarcerati con il divieto di dimora nella provincia di Palermo. Questo pomeriggio a Palermo intanto si attende il corteo antifascista contro il comizio di Fiore, leader di Forza Nuova al quale è attesa una larga partecipazione che richiederà con forza anche di riavere in città Carlo e Gianmarco.
Aggiornamento dal corteo. Sono almeno cinquemila gli antifascisti e le antifasciste palermitane scesi in piazza questo pomeriggio per rivendicare in questa fase politica la giustezza delle pratiche di antifascismo militante. L’esempio, la cura e la presenza nei territori, la capacità di essere radicati e riconosciuti per un lavoro concreto di trasformazione del presente ha permesso di riempire oggi le strade di Palermo sgonfiando la bolla neofascista cresciuta con la compiacenza dei media e delle forze istituzionali e mostrando come la dimensione antifascista sia viva, intransigente e non strumentalizzabile da chi pensava di addomesticarla per i propri fini elettoralistici. Il caso Ursino si è rivelato una montatura voluta dalla questura palermitana e dalla procura, smascherata ancora una volta dalla partecipazione popolare e restituendo i fatti a quello che sono in realtà: un fascista si è preso una lezione per la sua strafottenza perché c’è un limite a tutto. Di scotch ne è avanzato tanto. Il comizio di Forza Nuova, previsto per oggi a Palermo alla presenza di Roberto Fiore, si è tenuto lontano dal centro, in un albergo in periferia e a porte chiuse.
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