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Grecia. Cresce la solidarietà attorno agli antifascisti di Kavala

Ogni anno la notte precedente, membri del movimento nazionalista sorvegliano la piazza in cui la loro celebrazione ha luogo, mentre minacciano e aggrediscono chiunque non gradiscano. Nelle prime ore del mattino di domenica 26 gennaio 2014, due anni fa, poche ore prima dell’inizio della manifestazione antifascista a Faliro Park, i fascisti di Kavala diedero fuoco al negozio di un militante antifascista della cittadina tracia, mettendo in pericolo anche la vita di quanti abitavano l’edificio dato alle fiamme. Il proprietario del negozio, una volta avvisato dell’attacco, si recò a vedere che cosa fosse successo. Pochi istanti più tardi arrivarono alcuni agenti in borghese, avvisati dai residenti della zona. In quel momento il nostro compagno venne informato che prima dell’attacco al suo negozio, uno scontro aveva avuto luogo tra un gruppo di antifascisti e un gruppo di membri del Movimento Patriottico; questi ultimi si trovavano là per sorvegliare l’area del Parco Municipale per il loro evento su Imia del mattino seguente.

Recatosi all’ufficio di polizia, dal momento che erano richieste da lui alcune formalità relative al tentato incendio in quanto reato perseguibile d’ufficio, dopo un’attesa di tre ore, il proprietario del negozio scoprì di essere in arresto. Era stata depositata contro di lui un’accusa da parte di membri del Movimento Patriottico di “disturbo dell’ordine pubblico a volto coperto”. L’unica “prova” per l’accusa era costituita dalle testimonianze dei membri del Movimento Patriottico. Durante l’attesa di tre ore al dipartimento di polizia, sfilarono tutti gli alti ufficiali del comando locale di polizia, passando dal Direttore della Sicurezza, Simoudis, al Capo del Dipartimento, A. Koskeridis.

Il giorno successivo, con altri agguati da parte dei fascisti compiuti nella notte, una manifestazione antifascista di circa 170 persone sfilò per le strade di Kavala contro le celebrazioni del Movimento Patriottico. Il proprietario del negozio fu trattenuto in custodia per due giorni dopo la ridicola accusa rivoltagli e nel pomeriggio di lunedì 27 gennaio suo fratello, anch’egli attivo come militante antifascista, fu ugualmente raggiunto dalla polizia con le medesime accuse. I due fratelli vennero trattenuti in custodia per una settimana prima di essere condotti dal pubblico ministero. Venerdì 31 vennero rilasciati con una cauzione di duemila euro alle seguenti condizioni: divieto di lasciare il paese e obbligo di comparire al locale dipartimento di polizia entro i primi cinque giorni ogni mese fino all’inizio del processo.

La prima udienza del processo è fissata per il 10 febbraio 2016 presso il Tribunale di Xanthi. In tutto questo periodo, fino ad oggi, nessun fascista è stato incriminato per aver distrutto il negozio e non vi è stato alcun esame preliminare, nonostante le accuse pendenti contro i fascisti. Le commemorazioni di Imia sono proseguite protette dalla polizia, come dimostrato dagli incidenti del 2015 e la collaborazione tra la polizia di Kavala, il Movimento Patriottico e il resto dei gruppi neonazisti ha continuato a perseguire un obiettivo: reprimere ed attaccare ogni resistenza nella comunità di Kavala. Sulla scorta dell’esempio della recente mobilitazione contro l’estradizione in Italia degli studenti inquisiti per la manifestazione del primo maggio a Milano e in occasione dell’imminente processo, il Collettivo Autonomo di Kavala e lo spazio occupato Vironos 3 hanno promosso una serie di mobilitazioni di solidarietà per difendere i militanti antifascisti presi di mira dall’offensiva di Stato e fascisti: oggi un presidio a Salonicco, sabato un concentramento a Patrasso.

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