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Cosa significherebbe per i movimenti una vittoria di SYRIZA?

 

Le imminenti elezioni in Grecia potrebbero portare la sinistra al potere. SYRIZA vincerà? Cosa può succedere dopo? E cosa significherebbe una vittoria di SYRIZA per i movimenti?

Le prossime elezioni greche del 25 gennaio rendono la possibilità di un governo di sinistra più concreta che mai. Questo articolo punta a spiegare brevemente i vari scenari elettorali, così come a presentare alcune stime dell’impatto di una potenziale vittoria di SYRIZA sui movimenti sociali greci.

Domanda 1: SYRIZA vincerà?

SYRIZA, o la “Coalizione della sinistra radicale”, è attualmente in vantaggio nei sondaggi in Grecia con il 28-32%, conservando un (apparentemente sicuro) 3-5% di margine su Nea Demokratia. Due elementi rendono ottimisti i funzionari e i sostenitori di SYRIZA  sul mantenimento (o perfino l’estensione) di questo margine: primo, la tradizionale tendenza gli elettori dell’ultimo minuto ad allinearsi con il vincitore atteso; secondo, l’estrema polarizzazione della scena socio-politica, che dovrebbe obbligare gli elettori anti-governo a scegliere il partito di Alexis Tsipras ra le opzioni alternative.

Eppure, la destra rivale di SYRIZA ha ancora un’arma formidabile nel suo arsenale: la cosiddetta “campagna del terrore”, uno sforzo coordinato per evidenziare le potenziali conseguenze negative sull’economia e sulla società che potrebbero esserci se la sinistra andasse al potere. Questa campagna ha funzionato perfettamente durante le elezioni di giugno 2012. Essa gode ancora di un ampio supporto da parte di numerosi media mainstream, burocrati dell’UE e funzionari governativi di tutta Europa.

Pertanto, il lettore non deve farsi ingannare dalla corsa dei media internazionali a nominare Tsipras come il “prossimo primo ministro della Grecia”. Una vittoria di SYRIZA è altamente probabile, ma per niente certa.

Domanda 2: Poniamo che SYRIZA vinca. E dopo?

Questo è il punto più complesso. Per SYRIZA vincere le elezioni non è abbastanza. Avrebbe anche bisogno di assicurarsi una maggioranza parlamentare (151 su 300 membri). La “buona” notizia è che il sistema elettorale greco fornisce un oltraggioso bonus di 50 seggi al primo partito. Tuttavia, SYRIZA avrebbe bisogno di ottenere almeno il 36% (forse addirittura il 38%, a seconda delle perfomance degli altri partiti) per formare un governo di maggioranza. Se fallisce in questo, le opzioni alternative sono davvero orribili.

Dato che l’unico altro partito di sinistra parlamentare, il Partito Comunista Greco (KKE), ha esplicitamente affermato che non sosterrebbe mai un “governo di sinistra”, tutti gli altri potenziali alleati per una coalizione governativa affiancano SYRIZA a destra. Non c’è bisogno di menzionare quanto una frazione governativa moderata potrebbe indebolire la posizione di Tsipras nel Paese, oltre che durante i cruciali negoziati con la Troika dei creditori (EU, IMF e BCE), che dovrebbero iniziare il giorno dopo le elezioni.

Domanda 3: OK, poniamo che SYRIZA vinca le elezioni e si assicuri una maggioranza parlamentare. E dopo?

Un punto da chiarire è che,  nonostante il suo nome, il programma di SYRIZA non è per niente radicale, almeno in termini di questioni economiche. Proposte come l’incentivo dello “sviluppo verde”, l’abbassamento delle imposte sugli immobili, l’aumento della spesa pubblica e i buoni alimentari per i poverissimi sarebbero state bollate dai partiti della socialdemocrazia europea degli anni 70 come “troppo moderate”. Però, nell’attuale contesto europeo, monopolizzato dall’ossessione dell’austerity, perfino il neo-keynesismo di SYRIZA sembra rappresentare una sorta di rottura radicale.

Inoltre, per ciò che concerne i diritti politici e sociali, la linea di SYRIZA è chiaramente progressista (per gli standard della società greca). Il partito è anche abbastanza movimentista, come vedremo sotto. Nel complesso, ci si potrebbe ragionevolmente aspettare che un vento di cambiamento soffierà sulla società nel caso in cui venisse formato un governo di sinistra. Se questo vento sarà una brezza leggera o un uragano è una questione che rimane aperta.

Domanda 4: Cosa pensano i movimenti di una potenziale vittoria della sinistra? Quali sono le loro prospettive nell’era post-elettorale?

Durante gli ultimi due anni, il movimento greco ha prodotto un numero significativamente inferiore di mobilitazioni  eclatanti rispetto al periodo 2011-2012. Molti attribuiscono ciò a un’aspettativa ampiamente diffusa che potrebbe essere riassunta nella seguente frase: “Stanno tutti aspettando che SYRIZA vada al potere”. Questo è anche collegato al fatto che le proteste del 2011-2012 hanno prodotto risultanti concreti minimi. Pertanto, molti attivisti hanno scelto di dedicarsi ad azioni di più piccola scala (come interventi territoriali attraverso le strutture di solidarietà sociale, o la lotta anti-fascista), dove l’attività del movimento ha una più alta possibilità di ottenere un impatto diretto sulla vita quotidiana delle persone.

Bisognerebbe notare che SYRIZA non è un partito di movimento, almeno non nel senso in cui Podemos lo è in Spagna. SYRIZA è particolarmente debole nei contesti tradizionali dei movimenti sociali, come i sindacati o le università. Tuttavia, molti tra i suoi membri e funzionari (perfino di alto livello) vengono dai movimenti dal basso o mantengono tuttora  contatti con la politica di base.

È quindi ragionevole aspettarsi che un governo di sinistra assumerà inizialmente a più amichevole nei confronti dei movimenti rispetto alla repressione estrema che tutte le mobilitazioni hanno incontrato durante il periodo della crisi. Questo è particolarmente importante per gli attivisti più militanti (centri sociali, occupazioni, anti-fascisti) che possono ora trovare il tempo e lo spazio tanto necessari a riordinarsi e riorganizzarsi. Parlando in generale, qualche tipo di riorganizzazione in termine di repertorio di azione e di ri-orientamento in termini di agenda e rivendicazioni sarà quasi obbligatoria per tutti.

Il prezzo che i movimenti dovranno pagare è la loro inevitabile co-optazione da parte di un governo che non offre alcun tipo di prospettiva rivoluzionaria. La Grecia ha una tradizione molto negativa a tale riguardo: durante gli anni ‘80, il movimento post-dittatura fu letteralmente divorato dal neo eletto governo socialdemocratico del PASOK. Molti prevedono una ripetizione di questa triste epoca, mentre i più ottimisti sperano che la turbolenta situazione attuale non permetterà che relazioni sinistre tra gli attivisti e lo stato si estendano oltre il minimo inevitabile.

Domanda 5: E a proposito dei neo-nazisti di Alba Dorata?

Alba Dorata è attualmente quotata intorno al 5-6%, molto vicino alla perfomance del 2012 (6,9%). Nel 2013, prima dell’omicidio di Pavlos Fyssas, aveva superato il 10%. La maggior parte dei capi sono in galera e i loro militanti sono scomparsi dalle strade, grazie alla coraggiosa resistenza antifascista degli anarchici.  Questo partito, però, mantiene un’influenza elettorale e di discorso su una parte preoccupantemente consistente della società greca.

È impossibile fare previsioni su come Alba Dorata si svilupperà in futuro, ma tutti sono d’accordo che la svolta più importante sarà l’esito del processo contro i capi, il cui inizio è programmato per la primavera 2015. Dati i ridicoli gradi di dipendenza del sistema giudiziario greco dall’elite politica, chiunque avrà il potere in quel momento sarà direttamente collegato all’esito del processo.

Markos Vogiatzoglou è ricercatore presso l’Istituto Universitario Europeo.

 

 

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