Il progetto di Salvini: una Lega à la Le Pen
Quella che ci troviamo di fronte è una Lega che dal punto di vista strategico sta riuscendo in maniera eccellente a riempire quelle voragini lasciate a destra dalla fine di Forza Italia per come l’abbiamo sempre conosciuta. Lo svuotamento renziano dei contenuti forzisti, sia nei termini delle proposte (per Squinzi le riforme di Renzi sono quelle che Confindustria ha sempre sognato) sia nei metodi (centralismo totale nelle decisioni, ma anche utilizzo sapiente e spregiudicato della televisione) ha portato il PD al centro di un sistema in cui FI non sa che pesci pigliare.
La Lega invece, scottata dal periodo catastrofico delle tangenti e del Trota, ha cambiato pelle, almeno a livello retorico. Dal dicembre scorso, con il cambio di leadership, non più attacchi agli immigrati, ai gay, ai “terroni” motivati solamente su base biologica: ma un aumento delle urla di odio e rancore nei loro confronti anche a partire da un ritrovato nazionalismo complessivo ( e non solo limitato al nord e alla sua secessione!) che ben ricorda l’ascesa in Francia della Le Pen.
Un cambiamento dovuto soprattutto ad una nuova comprensione del posizionamento possibile per la Lega in una situazione dove la crisi ha raggiunto effetti materiali durissimi, dove la disoccupazione è sempre più forte, ove l’economia è il principale tema sul quale impostare il discorso. “Non mi interessa avere la Padania libera se poi le fabbriche sono chiuse. Primum vivere. Per questo, pur di fare la battaglia contro gli assassini di Bruxelles sono disposto a discutere con chiunque“ ha dichiarato Salvini in un’intervista oggi a Repubblica.
Non è un caso che CasaPound, da sempre sgherro di ogni forza del centrodestra capace di ottenere qualche seggio in Parlamento, si sia vista in piazza a Milano proprio con la Lega, sebbene le ridicole foto postate su Twitter e diventate immediatamente virali facciano ben capire il livello a cui siamo..non è un caso che Salvini abbia dimostrato l’intenzione di aprire sezioni locali della Lega al sud in maniera ben più reale delle esibizioni ridicole di progetti simili ai tempi di Bossi.
Siamo qui di fronte ad un tentativo della Lega di guadagnare un consenso mai avuto prima, approfittando anche dello sgonfiarsi del grillismo oltre che di quello di FI. Ma dove è interessante guardare è anche nell’arena geopolitica, con la Lega che oltre a legarsi con la Le Pen (Salvini a novembre sarà al congresso del Front National) in sede UE ha adombrato la possibilità di creare dei gruppi uniti dall’ostilità contro le sanzioni alla Russia. Sanzioni che penalizzano soprattutto le regioni italiane legate all’export, dove la Lega è più forte (Lombardia e Veneto) e che rilanciano l’azione leghista in un campo euroscettico sempre più in espansione dove quanto sta succedendo riguardo alla Russia rischia di allargare l’ostilità nei confronti di Bruxelles da parte di fette ampie degli interessi soggetti a questa.
Le circa 40.000 persone in piazza a Milano, e il circa 10% di consenso elettorale che sembra in questo momento avere il Partito di Salvini, testimoniano il successo di questa virata a destra, che sembra travolgere con sé anche l’NCD oltre che Forza Italia, dato che il primo, al governo in questo momento, rischia di essere svuotato sia dalla determinazione di Renzi ad imporre una sorta di ius soli temperato (come annunciato dallo stesso premier domenica 19 ottobre), sia dalle mosse di un Salvini sempre più all’opposizione battagliera e sempre più evidentemente alla ribalta politica mentre tutte le altre opposizioni, da Grillo a FI, sembrano annaspare.
Ascolta un contributo audio sul tema a cura della Redazione di RadioInfoaut:
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