La dittatura dei personalismi
Poco da aggiungere, se non che qualche noticina a margine va comunque posta al tristo spettacolo pre-elettorale a cui ci stanno obbligando il media mainstream e il sistema dei partiti. L’ultimo motto sembra essere “tutti contro tutti”: Berlsuconi contro Monti, Ingroia contro Grasso mentre gli sgobboni che si son dati da fare per improbabili “alternative” (e interessate “continuità”) iniziano a sbottare per l’eccessivo protagonismo dei candidati eccellenti.
“Tanta è la confusione sotto il cielo, la situazione è dunque eccellente!” diceva un certo Presidente. Ma forse qui vale più il cinismo del Machiavelli, che così commentava la Battaglia di Anghiari: “Ed in tanta rotta e in sì lunga zuffa che durò dalle venti alle ventiquattro ore, non vi morì che un uomo, il quale non di ferite ne d’altro virtuoso colpo, ma caduto da cavallo e calpesto spirò”. Anche nel contemporaneo palcoscenico nostrano della politica, in fondo in fondo sembra davvero che di eccellenze ce ne siano poche. Ma quel poco basta a far sparire gli apparati che ci sono dietro. Questo ci sembra di leggere nelle affannate mosse di queste ultime ore: il vuoto di proposta, di progetto, di visione del Mondo, di risposta concreta a quei/le milioni di italian* cui l’unica certezza che continua ad esser propinata sono i sacrifici che dovranno ancora fare per non far crollare il castello di carta e le marionette che vi si agitano tutt’intorno.
Il migliore – l’odiato nemico – continua a essere il senatore Monti che, dopo un anno di strutturali riforme che ci hanno spremuto e schiacciato ancora più in basso, sta organizzando una ri-edizione della Democrazia Cristiana per il Terzo Millenio, meno legata alle clientele di territorio, più vicina agli interessi del grande capitale europeo. Berlusconi, cui ormai è stato rubato lo scettro del protagonismo mediatico (mangiato dal mondo che lui stesso ha creato) grida al complotto e fa appello a una commissione d’inchiesta mentre alla Sinistra, secondo la migliore (peggiore) delle sue tradizioni non resta che organizzare un palcoscenico conteso da/tra esponenti della Magistratura… Grillo sembra qui l’eccezione che conferma la regola: non avrai altra politica all’infuori del personnagismo (anche, se, piaccia o meno, qualche faccia nuova da quelle parti viene proposta).
Davvero, non perché siamo ostinatamente mossi dall’adagio del “bastonare il cane che affoga” o perché proviamo un qualche malsano piacere nel dare addosso ai più deboli ma ci chiediamo: come si sentono quei/le militanti che in queste settimane hanno tanto faticato a mettere insieme questo Quarto Polo in cui far sopravvivere quel che resta della Sinistra e tutto il lavoro speso serve oggi a promuovere una nuova lista-personaggio? (Dopo il dipietrismo, l’Ingroismo).
Non sarebbe forse l’ora di scommettere seriamente su un affossamento serio della rappresentanza, boicottando pubblicamente le prossime elezioni visto che, per tutti e ciascuno dei militanti di base, vale solo la regola del “tanto sbattimento per nulla?!?
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