14N a Palermo: 5000 in piazza, bloccate città e stazione
Una composizione variegata ha riempito le fila del corteo dello sciopero sociale, dagli operai Gesip ai centri sociali e agli studenti medi di Palermo, numeri in gran parte fatti di giovani e precari ma con una partecipazione importante del tessuto di precarietà sociale che da mesi anima la vita cittadina che si è riconosciuta nello striscione “crisi, spending review, tagli? NISCITI I PICCIULI! sciopero sociale”
All’appuntamento delle 9.30 di fronte il Municipio hanno partecipato oltre tremila persone che sono state raggiunte da un altro migliaio nel percorso che ha portato, percorrendo Corso Vittorio Emanuele, alla Presidenza della Regione per il “saluto” al neo-eletto Crocetta. Un saluto che ha voluto ribadire la sfiducia nei confronti delle istituzioni di questa terra da parte di chi vive con passione le strade delle sue città.
Il corteo non si è però accontentato del percorso fatto fino a Palazzo dei Normanni e ha voluto continuare sotto le forme di una manif sauvage in direzione della stazione centrale, senza autorizzazione e invadendo Corso Tukory. Giunti alla stazione con i cordoni di polizia e carabinieri disorientati e rallentati dal percorso in controsenso il corteo ha raggirato gli ingressi centrali sbarrati dall’interno invadendo i binari dopo aver bloccato anche la stazione dei pullman.
Insomma oltre 5000 persone hanno partecipato ai cortei che hanno oggi paralizzato il centro cittadino attraverso blocchi e tutte quelle pratiche di lotta che ormai disegnano il nuovo paesaggio dell’opposizione sociale allo scenario di crisi imposto da governance finanziaria e istituzioni autoritarie. Una giornata che ci indica una via maestra: la ricomposizione sociale tra le diverse soggettività in lotta è un processo necessario e, speriamo, incontrovertibile; ma soprattutto come la potenziale generalizzazione dello scontro, il ribaltamento dei dispositivi della crisi, la riappropriazione di uno spazio europeo e mediterraneo delle lotte passa necessariamente per l’autonomia dei movimenti reali.
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