
14N a Pisa. La resistenza all’austerity blocca tutto e occupa la torre

Non a caso la lotta delle donne della Sodexo ha assunto nella giornata di oggi una valenza così importante. Dopo 18 giorni e 18 notti di presidio permanente le operatrici delle pulizie, costituesi in “comitato cittadini e lavoratori per il diritto alla salute”, hanno aperto in città uno spazio di resistenza contro le politiche di taglio e licenziamento su un comparto fondamentale della riproduzione sociale: la sanità. Immediatamente, per le sue caratteristiche di radicalità e spinta alla ricomposizione sociale dal basso, la lotta della Sodexo è diventata trainante rispetto a tutte quelle condizione di conflittualità sociale latenti ma represse dai vincoli imposti dai tappi della mediazione sindacale e dalla retorica della rassegnazione e dei sacrifici. La capacità di questa lotta di resistere agli attacchi condotti dal più grande sindacato confederale, non più capace di controllare la virale diffusione delle dinamiche di aggregazione sociale volte alla trasformazione dell’esistente, oggi si è riversata nelle arterie cittadine, occupando letteralmente il centro e vincendo la scommessa su un 14n che eccedesse i limiti dello sciopero tradizionale nella direzione del blocco, dell’incontro e della messa in comune di pratiche e percorsi di riscatto sociale.
A  Cisanello due turni sono stati bloccati, quello delle 6 emezzo e quello  delle 7 e mezzo. Dopo un corteo interno tra gli stabili della struttura  ospedaliera e dopo ripetuti blocchi a singhiozzo della rotonda davanti  all’ospedale il presidio, rinforzato dalla partecipazione delle operaie e  degli operai Piaggio e Ceva, si è mosso verso Piazza Guerrazzi, luogo  di concentramento di tutti i picchetti.  Lungo il percorso il corteo  Sodexo si è ingrossato, trascinando con sé, in più occasioni, passanti e  passeggeri degli autobus bloccati nel traffico.
Anche  tutti gli altri picchetti, in corteo dai propri luoghi di blocco, si  sono mossi verso il centro, paralizzando praticamente tutto. Dalla  stazione centrale, dove alle 9 si sono ritrovati in picchetto gli  studenti pendolari e gli studenti medi provenienti da Lucca, alle zone  degli istituti superiori (con picchetti in dieci istituti), fino alla  zona universitaria con i picchetti che sono partiti dal Teatro Rossi  Aperto, dalle facoltà di scienze, lettere, scienze politiche e dalla  mensa di via Martiri. Quest’ultimo picchetto ha assunto un significato  particolare. Dalle 7 entrambe le entrate sono state transennate e  bloccate fisicamente da studenti e lavoratrici delle pulizie delle  mense, in lotta nelle ultime settimane contro la nuova disciplina di  lavoro imposta dal DSU con un nuovo appalto; una disciplina fatta di  taglio delle ore, ridimensionamento salariale e aumento dei carichi di  lavoro. Subito le lavoratrici delle pulizie delle mense hanno preso la  testa del corteo dei piccchetti universitari.
Oltre  12 picchetti si sono ritrovati in piazza Guerrazzi e da lì un corteo  forte di più di 5000 manifestanti si è mosso per via Croce al grido di  “Siamo tutti Sodexo”. Arrivati in piazza Vittorio Emanuele la sede della  Provincia di Pisa è stata sanzionata dagli studenti medi che hanno  rovesciato davanti all’ingresso un cumulo di macerie. Allo stesso modo  della rabbia degli studenti medi è stata fatta bersaglio la sede di  Grandi Scuole. Emerge con ancora più forza il protagonismo degli  studenti più giovani che, dal contesto familiare, a quello scolastico,  sempre più percepiscono la violenza della crisi e individuano, anche nei  linguaggi di piazza, precise controparti da aggredire collettivamente  attraverso l’opposizione sociale.
Giunto  in piazza XX settembre il corteo ha sostato davanti al comune. Con  decisione a un certo punto le lavoratrici Sodexo hanno condotto i  manifestanti all’ingresso del comune, tentando di entrare nel palazzo,  per stanare tutti i soggetti prodighi di false promesse per la città. Le  porte sono state chiuse ancora una volta e la determinazione delle  operatrici Sodexo con la spinta di tutto un corteo ha portato ad attimi  di tensione con la polizia schierata a protezione del comune. Il  sindaco, nascosto, ha rifiutato di incontrare i lavoratori e le  lavoratrici in sciopero. All’assenza delle istituzioni le lotte  rispondono riprendendosi gli spazi per decidere e cambiare.
La  manifestazione, attraversato il ponte di Mezzo, ha paralizzato i  lungarni, imboccando poi via Santa Maria e puntando verso piazza dei  Miracoli. Qui il corteo ha puntato in alto. La testa del corteo si è  diretta verso la torre e dopo un breve parapiglia con i guardiani  l’ingresso è stato forzato permettendo ai manifestanti di salire su. Le  lavoratrici Sodexo hanno abbracciato tutta Pisa esponendo dall’alto  della torre il proprio striscione “Rise up!”. Il monumento è rimasto  occupato per un’ora permettendo anche a tanti pisani, di salire per la  prima volta sulla torre, riappropriandosi concretamente di un pezzo  importante della propria città; un fatto non scontato in una città  pensata a dimensione di turista.
La  giornata di blocco si è conclusa con un’assemblea sul ponte di Mezzo  nella quale, con le lavoratrici Sodexo, si è deciso di ridarsi  appuntamento nella giornata di domani, alle 11, al presidio di  Cisanello, per la trattativa sindacale. Le stesse operatrici Sodexo  hanno fatto ritorno al presidio riprendendosi un ‘altro pezzetto di  città, riappropriandosi degli autobus del cpt.
La  giornata di oggi ha espresso la volontà precisa di non fermarsi davanti  alle forze che ci spingono alla rassegnazione. La revoca dello sciopero  generale – comunque convocato per sole quattro ore – da parte della  CGIL per la toscana costiera, ha fatto emergere con chiarezza la  difficoltà delle strutture non più capaci di contenere la rabbia di  quanti non ci stanno più a vedere svendute le proprie vite sui tavoli  delle trattative e tutto in nome dei profitti e delle speculazione di  pochi dentro la crisi. La strutture della mediazione vengono escluse  dalla politica che, interprete dei diktat finanziari, non si preoccupa  più di scendere a patti ma impone – costituzionalizza finanche – il suo  comando. Allo stesso modo le strutture della mediazione vengono erose  dalle lotte sociali e dalla loro capacità di radicarsi nelle condizioni  concrete di chi questa crisi la sta pagando, dalla loro capacità di  darsi continuità aprendo spazi di incontro e di allargamento per chi  inizia ora a costruire dal basso le forme per uscire dalla crisi:  mettersi assieme e lottare, non consegnarsi alla rassegnazione, perché,  come urlato oggi dal megafono in corteo da un’operatrice della Sodexo,  “noi non siamo in esubero, anzi, vogliamo essere esuberanti!”.
Scarica il volantone a cura della redazione pisana di Infoaut 
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.




























