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28 luglio, l’invasione delle spiagge 2.0

Ma dietro i locali e i ristoranti lavorano molte persone, ragazzi e ragazze, uomini e donne. Le loro condizioni di lavoro e di vita non sono altro che il paradigma di una crisi economica e sociale che colpisce soprattutto la fascia più debole e povera della popolazione.

 

VITE PRECARIE SUL LITORALE ROMANO

Il signor G., 31 anni, lavora da dieci anni presso il ristorante di uno stabilimento che è iscritto come “associato” all’Assobalneari Roma. Intervistato dopo il suo turno di lavoro, racconta:

– In dieci anni che lavoro in quel ristorante non ho mai avuto un contratto regolare e quei pochi contratti che mi hanno fatto erano a chiamata.

Svolge anche un secondo lavoro?

– Quello del ristorante per me è un lavoro stagionale. Quando chiude alla fine di ottobre mi devo ingegnare e trovare qualche altro lavoro che copra i tre-quattro mesi di chiusura del ristorante.

L’anno scorso, per esempio, che tipo di lavoro è riuscito a trovare?

– Sono riuscito a trovare un lavoro presso un discount di Ostia,  come pizzicagnolo. La paga era modesta ma non mi potevo lamentare. Ho provato a chiedere al mio capo di mettermi in regola, così avrei smesso di lavorare al ristorante. Ma lui non ha voluto. Quando hai 31 anni sei già vecchio per loro e troppo esigente. Preferiscono prendere ragazzi giovani perché sono più sfruttabili e non sono troppo esigenti.

Che cosa è successo poi?

– Dopo tre mesi me ne sono andato e sono ritornato , come sempre, al ristorante per iniziare la stagione invernale. Non avevo tempo di trovare qualche altro lavoro, mi servivano soldi. Ad un certo punto  non sono più riuscito a pagare l’affitto ed io e la mia compagna siamo tornati a vivere dai rispettivi genitori. È stressante vivere così, cambiare sempre lavoro, non avere stabilità.

Una giovane ragazza F., 19 anni, anche lei lavoratrice presso uno stabilimento, risponde così alla domanda sulla frequenza dei controlli della guardia di Finanza :

– La guardia di Finanza passa ogni tanto sul lungo mare a fare dei controlli. Un mio amico che lavora presso piazza Anco Marzio non li vede passare quasi mai invece. Ma non ti credere che cambi qualcosa dopo il loro passaggio. Io sono ancora qui che lavoro in nero e ti dirò di più. Proprio una settimana fa alcuni uomini della guardia di Finanza sono venuti a mangiare nel ristorante dove lavoro.

Tutti pensavamo che fosse un escamotage per fare poi dei controlli, ma niente di tutto questo. Sono venuti, hanno mangiato, si sono beccati lo sconto  e se ne sono andati.

 

PRIVATIZZAZIONI: LA SVENDITA DI CASTEL PORZIANO

Il lungomare romano non è solo lo scenario di lavoro in nero e di uno sfruttamento radicato ormai da troppi anni ma è anche teatro di speculazioni e privatizzazioni che colpiscono non solo le spiagge ma anche il territorio limitrofo. Dopo la discussione sul progetto Waterfront  e sui bandi delle spiagge , arriva fresca fresca la notizia di un ulteriore privatizzazione che colpirebbe la spiaggia di Castel Porziano, uno degli ultimi baluardi dell’accesso libero sulle spiagge del litorale romano. Questa volta l’acquirente sarebbe l’associazione Pro Locum Ostium Paradise Beach, autorizzata dall’ufficio delle dogane a posizionare su un area di circa 12.000 mq un chiosco di circa 100mq, circa 13 cabine standard e 2 cabine per disabili.

 

DIRITTI & DOVERI

Sarebbe nostro diritto avere libero accesso alle spiagge, avere un lavoro in regola, non essere sfruttati, né tantomeno truffati dai vari stabilimenti, che a loro piacimento alzano o “abbassano” i prezzi. Anzi, ora che la crisi cominciano a sentirla pure loro, si sono ingegnati con super offerte formato famiglia o con annunci su e-bay per svendere o vendere a buon prezzo cabine e quant’altro.

È un nostro diritto e dovere proteggere il territorio in cui viviamo da chi vorrebbe trasformalo in un enorme vetrina, piena di strutture e svaghi per turisti benestanti ma dannosi e inutili per chi quel territorio se lo vive tutti i giorni e vorrebbe cambiarlo secondo un progetto di riqualificazione non solo materiale ma anche e soprattutto sociale.

Il 7 luglio abbiamo invaso le spiagge, ci siamo ripresi il diritto di accedere gratuitamente al mare, ci siamo mostrati alla gente per quello che siamo: un gruppo di studenti e studentesse, precari e precarie che, con tanto di ciambelle e materassini, hanno voluto dire il loro NO alle privatizzazioni, allo sfruttamento, alla speculazione e al progetto di generale sotto-sviluppo promosso dai “poteri forti” del XIII Municipio.

 

28 LUGLIO INVADEREMO NUOVAMENTE LE SPIAGGE

Il 28 luglio ci rivedrete invadere le spiagge perchè il mare è un bene comune da difendere. Tante sono le segnalazioni che ci sono arrivate nelle ultime settimane sui sopprusi dei balneari. Tante sono le storie di ragazzi e ragazze che vengono sfruttati e sottopagati sotto il sole dell’estate romana. Invaderemo le spiagge anche per dire che Castel Porziano non si tocca e che il bando spiagge della giunta vizzani deve essere ritirato. Appuntamento ad Ostia ore 15.00 stazione lido centro (Trenino Roma-Lido) per riprendersi le spiagge.

 

#Invasione 7 Luglio 2012: www.youtube.com/watch?v=1Jm3_GmeqpI

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