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#29N #30N Modena si solleva! Casa, spazi passando dalla bassa terremotata alle scuole.

Il Guernica lo aveva annunciato come da suo stile, e alle parole si sono susseguiti i fatti: a Modena si è aperto e liberato un nuovo spazio al coro di “ i diritti a spinta a spinta”Un piccolo assaggio verso un nuovo centro sociale. La novità è che questa non è un’occupazione per il Guernica, ma per la città di Modena. Una città che vede il mito della “ricca Modena” crollare, governata da una politica sempre più distante e incapace di risponde alle reali esigenze che Modena richiede.

Lo spazio liberato fa parte del complesso dell’ex carcere di Modena. Un carcere vuoto da decenni, soggetto all’ennesimo progetto faraonico ma che continua ad essere lasciato al degrado dilagante, situazione “normale” per molti luoghi di Modena. Degrado deliberatamente voluto dalla politica per mettere in atto riqualificazioni di stampo speculativo, invece di spendere soldi pubblici per case, edilizia sicura per le scuole e un welfare sostenibile. Nel quartiere che ospita la sede del Guernica e ora il nuovo spazio liberato Ex deposito carcerario autogestito è da molto tempo che è in atto un azione speculativa attraverso progetti di riqualificazione della via e del quartiere; si è creato degrado sotto ogni fronte, andato a scemare solo dopo all’apertura del Laboratorio Scossa, lasciando molti appartamenti destinati all’edilizia popolare vuoti, tentando di creare un quartiere ghetto e lasciando libero spazio a spacciatori e consumatori.

Un’apertura per la città (il termine Autogestito e non Occupato è stato scelto apposta), che vede a poche ore dall’apertura un intero quartiere plaudire l’iniziativa e proporre progetti, ma soprattutto al lancio di una petizione voluta dal quartiere, sono state raccolte decine e decine di firme in poche ore, sintomo dell’alto gradimento dell’iniziativa di lotta. Gradimento che vedrà nei prossimi giorni la realizzazione dei primi progetti: mostre, incontri, presentazioni solo per citarne alcuni.

Non solo spazi in queste giornate di lotte. Il sabato di lotta ha avuto un prologo nella giornata di venerdì #29N con il primo presidio del Prendocasa davanti alla prefettura per consegnare firme e chiedere il blocco degli sfratti. Presidi ripetuti nella mattinata di sabato #30N in provincia di Modena nei due paesi, Cavezzo e Castelfranco Emilia, dove da diversi mesi si sta lottando assieme alle famiglie in lotta contro sfratti e per il blocco degli sfratti.

Entrambi i presidi hanno ottenuto gli incontri con le istituzioni, dove appunto si è andato a ribadire la richiesta di blocco degli sfratti, oltre a consegnare le numerose firme raccolte proprio per chiedere il blocco, ma in entrambi i casi le istituzioni, prefetto e sindaci, sono rimasti sulle loro posizioni chiusi su logiche legalitarie e rispettosi delle leggi che regolamentano la legislazione sulla casa.

 

Risposte che andranno inevitabilmente ad alzare il livello della lotta per il diritto all’abitare per impedire e bloccare gli sfratti.

 

Spazi e casa, ma anche la bassa modenese che lotta. Durante la liberazione del nuovo spazio a Modena, a Carpi si è consumata l’ennesima protesta da parte dei comitati della bassa tra cui Sisma.12, riunitisi per contestare il presidente della regione Errani che doveva intervenire per inaugurare una nuova palestra, ma che evidentemente timoroso di quella che loro amano chiamare “la nostra gente” , non si è presentato. Protesta che ha fatto prologo al corteo di sabato prossimo 7 dicembre a Mirandola.

Dalla bassa si è poi tornati al Laboratorio Scossa a Modena, per l’iniziativa che ha visto incrociare le lotte dei comitati della bassa terremotata a quelle degli studenti del Sigonio e di altre scuole di Modena coinvolti loro stessi dal terremoto di un anno e mezzo fa. Una discussione aperta dove sono state messe in luce le criticità e la rabbia verso una governance incapace di garantire beni e servizi alla gente, e che anche di fronte a un evento straordinario come il terremoto, continua la sua politica speculativa e di controllo. Perché anche qui dobbiamo parlare in questi termini. Da oltre un anno e mezzo nella bassa non si ricostruisce e i soldi vengono destinati dove fa più comodo alla politica, mentre a Modena non si ristrutturano le scuole lesionate dal terremoto, che ha solo sfiorato la città, e nel frattempo si mettono a disposizione degli studenti edifici non adatti alle lezioni e che attentano alla vita degli studenti stessi, come appunto il caso del crollo del Sigonio.

La giornata si è poi conclusa in festa con la cena araba preparata dalle famiglie che lotta assieme al Prendocasa per il diritto all’abitare. Un modo ulteriore per consolidare rapporti e lotte che sempre più si incrociano e vanno avanti più innalzano il livello dello scontro all’interno di una sollevazione in continua crescita.

 

IN TUTTO QUESTO MODENA NON RIMANE A GUARDARE.

MODENA LOTTA

 

@Infoaut_Modena

 

 

Comunicato Ex Deposito Carcerario Autogestito:

 

Apriamo un nuovo spazio in città per la città.

L’ex Deposito Carcerario Autogestito vuole essere uno spazio aperto e disponibile alla via che ci ospita, Via Carteria e alla città tutta. Uno spazio per chiunque voglia portare un’idea, un progetto e la voglia di utilizzare spazi vuoti e recuperarli.

Con questo disvelamento vogliamo ribadire come la città di Modena di spazi liberati ne ha bisogno e ne ha necessità. Necessita di fatti concreti e non delle numerose promesse della politica modenese o di progetti che non vanno a soddisfare le reali esigenze della Città.

Sono mesi ormai che varie soggettività del quartiere si rendono protagonista nella “riqualificazione”

dal basso della via, e tutti insieme daremo vita a questo spazio.

Solo in via Carteria sappiamo di numerosi appartamenti di edilizia popolare lasciati vuoti, e altri spazi come quello che apriamo nella giornata di oggi. Nonostante questo la giunta modenese spende 4 milioni di euro per altri appartamenti destinati all’edilizia popolare, smascherando un chiaro progetto, di riqualificazione si, ma a scopo speculativo di questa via e in tutto il centro città.

Questa vuole essere oltre che una liberazione, una provocazione all’amministrazione, in quanto noi vediamo la riqualificazione in maniera non speculativa e con imposizioni dall’alto, come possiamo vedere nell’esempio di piazza Roma, ma in maniera popolare e dal basso, facendo in modo che gli abitanti della via e del quartiere decidano da soli cosa fare di uno spazio come questo vuoto da almeno dieci anni.

E siamo consapevoli che la giunta ci racconterà come questo posto sia soggetto a progetti di riqualificazione che saranno imminenti, ce lo racconterà sapendo di mentire ancora una volta.

Noi ribadiamo la necessità che posti vuoti come questo vengano assegnati e liberati dal basso, riconsegnati alla città e che diventino spazi di tutti, per tutti.

Partiamo da Via Carteria e ci diamo una prospettiva di lotta sempre più alta.

Ex Deposito Carcerario Autogestito 51.

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