A Parma si lucra sulle mense scolastiche
La città di Parma risulta essere ancora una volta il paradigma della gestione politica ed economica dell’intero paese. Da un lato la speculazione del mondo imprenditoriale, che fa sponda con l’altro lato della politica securitaria, in modo da distogliere l’attenzione pubblica dai grandi interessi sociali ed economici.
Dal crac Parmalat al caso di Emmanuel Bonsu, passando per il giro di mazzette dell’ultimo periodo, la città di Parma ha vissuto con mano tutto il marcio del modello neoliberista all’italiana, condito di favori politici e interessi della grande criminalità. Ma a farne le spese sono sempre stati gli abitanti del ducato.
La situazione per il sindaco Pietro Vignali, alla guida di una coalizione civico-pidiellina, si fa ancora più esplosiva perché difficilmente può continuare a dire che “non sapeva”, sal momento in cui è coinvolto l’assessore comunale alla Scuola e il suo segretario che chiedevano somme di denaro o assunzioni di amici o altri beni in cambio della proroga dell’appalto di gestione del servizio mensa degli asili e delle scuole d’infanzia.
Sicuramente ciò che è accaduto oggi, farà riprendere le mobilitazioni di quello che è stato definito il primo movimento “indignato” italiano, e che nel periodo prima dell’estate ha saputo incidere e far valere la propria voce di protesta contro un modello di governo altamente corrotto.
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