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Argentina: Una impressionante marea piquetera, la Marcia Federale è arrivata nella Capitale

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La gigantesca Marcia Federale che giovedì scorso è giunta a Buenos Aires dopo aver percorso il paese ora si è trasformata in un fatto storico. Nessuno che pensi in chiave politica se ne può disinteressare, e meno questo governo amico del FMI, delle transnazionali e soprattutto degli yankee e di Israele.

Di Carlos Aznárez

I più di 150 mila manifestanti che sono arrivati nella Capitale chiedendo salari degni, di mettere fine alla miseria e allo sfruttamento e, soprattutto, ripudiando il Fondo Monetario, non sono un’invenzione da nulla ma un enorme lavoro di costruzione politica e sociale dei e delle più umili. Un’altra volta ha dimostrato quanto pesa questo fenomeno sociale che ha illuminato gli anni 90 e che oggi ha un’ineludibile vigenza: la Patria piquetera. Questa unità nell’azione che riunisce differenti blocchi di organizzazioni sociali non è facile da sostenere per le innegabili differenze politiche che mantengono al loro interno ma, nonostante ciò, si è fatto un sforzo per cercare di vedere il bosco e non rimanere impigliati nei rami dell’albero. Da lì, il risultato è la magnifica dimostrazione di massa che ha riempito di animazione, bandiere colorate e centinaia di balli che accompagnavano la protesta popolare.

Emozionava vedere sul palco, non più i classici referenti delle organizzazioni ma quei quadri intermedi, ma con un gran peso tra le loro basi, giunti da tutte le province. Identificati uno a uno, una a una, con i propri nomi e le province che rappresentano, e dava piacere anche ascoltarli, come era avvenuto in tutta la Marcia, raccontare la propria allegria e orgoglio di essere nella Piazza dove sono nate tante storie di lotte, ma aggiungendo ad ogni frase, le lotte che stanno ingaggiando nei loro quartieri di tutto il paese.

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Non c’è bisogno di indirizzare un popolo che in tempi difficili decide di conquistare le strade, di percorrere mille chilometri, di giungere fino a questo posto dove comandano i potenti e di gridargli parecchie verità. “Che non ci lasceremo rabbonire dai loro discorsi e dalla loro repressione”, “che la fame non la si combatte con parole vuote e menzogne”, voci sorte molto dal basso, dette da uomini e donne che hanno passato tutta la vita ad occuparsi di mettere fine al loro vivere male e cercare un futuro migliore per i propri figli e figlie. Come ha detto la compagna giunta da Jujuy: “siamo nipoti del Cordobazo e figlie dell’Argentinazo, per questo siamo qui, un’altra volta a lottare per tutto quello che ci hanno portato via”.

Detto questo: questa Marcia Federale è un punto di svolta come anche lo è stato l’accampamento piquetero, e dimostra che al di là delle politiche di addomesticamento e disciplinamento che permanentemente il governo cerca con i settori che gli sono vicini, ci sono migliaia di fantasmi che escono dalla bottiglia e gli gridano in piena faccia: “senza giustizia sociale non ci sarà pace sociale”. Solo il popolo salverà il popolo, oggi si è tornati ad avvalorarlo in una Piazza piena come da molto non si vedeva. Se questo non è un fatto storico, di cosa si sta parlando…

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12 maggio 2022

Resumen Latinoamericano

Da Comitato Carlos Fonseca

 

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