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Bologna: contestazione al SAIE. La città del futuro siamo noi!

Da circa le 9 della mattina fino a mezzogiorno almeno 250 manifestanti hanno bloccato le strade intorno alla fiera fino a raggiungere l’ingresso principale, dove decine di occupanti hanno raccontato , microfono in mano, il loro passato di sofferenza e dolore e il loro presente di gioia e dignità garantito dall’occupazione delle case e dalla pratica dell’autorecupero. Torce, striscioni, slogan, bandiere stop-sfratti e anche del S.I.Cobas che ha deciso di aderire all’iniziativa con una nutrita delegazione di operai, provenienti soprattutto dalla Mirror di Ferrara dove da giorni vanno avanti picchetti e provocazioni leghiste. I facchini hanno avuto così l’occasione di contestare il Padron Squinzi che è capo dell’associazione industriali del loro magazzino presente al taglio del nastro. Ma l’inaugurazione oggi l’hanno fatta gli occupanti di case che contro la fiera della devastazione ambientale hanno portato un messaggio di forte solidarietà alla città di Genova e alla Val Susa puntando il dito non solo contro il famigerato Piano Casa ma anche contro lo Sblocca Italia. Dopo aver raggiunto anche gli altri ingressi del grande polo fieristico la manifestazione è proseguita con blocchi del traffico e striscioni appesi durante il percorso nel quartiere Bolognina che è terminato in Piazza dell’Unità. Gli interventi conclusivi hanno lanciato l’appuntamento del prossimo 14 novembre, nuova data di convergenza per le lotte che durante lo scorso 16 ottobre hanno costruito in città il primo Sciopero sociale, logistico e metropolitano dell’anno. L’iniziativa di oggi per la composizione sociale che ha espresso è il risultato del potenziamento che ha prodotto lo sciopero sociale da poco trascorso che ha visto scendere in strada e bloccare la città e l’interposto centinaia di facchini, occupanti, studenti medi e universitari. Oggi in giornata lavorativa e con un clima politico avvelenato dall’ipocrisia e dall’infamia delle autorità cittadine le lotte si sono riabbracciate e hanno proseguito determinate l’agenda autonoma di lotta collettiva. Un messaggio di solidarietà è stato rivolto ad Angelo, tratto agli arresti domiciliari da ieri pomeriggio, che assume maggior valore in una Bologna che non si fa intimidire, e che con niente da vendere ma tutto da difendere, continua a spingere in avanti alla conquista di CASA – REDDITO E DIGNITA’.

La giornata di lotta continuerà con una discussione ospitata a Social Log a cui saranno presenti i compagni genovesi di Re-Up e di Notav Terzo Valico, e in cui gli occupanti di case di Bologna metteranno a confronto la lotta contro il Piano Casa e la lotta contro lo Sblocca Italia, e le grandi opere inutili.

Ascolta le dirette dall’iniziaitva di lotta da radio onda d’urto

 

Di seguito il comunicato di social Log:

 

La città del futuro siamo noi! L’autorecupero la soluzione, il Saie è il problema!

 

Questa mattina come movimento di lotta per il diritto all’abitare siamo andati a contestare l’inaugurazione del Saie (salone internazionale dell’industrializzazione edilizia). Un corteo partecipato dagli occupanti di case, dagli studenti che non riescono a pagare gli affitti, e dai facchini in lotta nelle cooperative. Ci siamo diretti alle porte del SAIE, e abbiamo bloccato l’ingresso per ore, per dire ai signori del cemento e a tutti i partecipanti al SAIE che l’unica possibile via d’uscita alla devastazione e alla crisi abitativa è L’AUTORECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL COSTRUITO E NON UTILIZZATO.

Il 30% del suolo del nostro paese è coperto da edifici e si stima che ogni famiglia potrebbe possedere più di un appartamento a testa. Interi territori sono stati devastati da costruzione selvaggia che è le principale responsabili di catastrofi ambientali come quelle avvenute a Genova, Olbia e in Maremma.

Eppure oggi il presidente di Confindustria Squinzi ha avuto il coraggio di affermare che l’unica soluzione per uscire dalla crisi è altro consumo di suolo, altro cemento e altre grandi opere!

A questa provocazione rispondiamo con la lotta allo Sblocca Italia e Piano Casa di Renzi, entrambi provvedimenti utili a riempire le tasche delle cricche di costruttori, palazzinari, e speculatori.

 

Noi che l’emergenza abitativa la combattiamo tutti i giorni sappiamo che non c’è bisogno di costruire nuovi immobili, ma di AUTORECUPERARE ciò che già esiste ed è già stato costruito, solo in questo modo potremo salvare le nuove generazioni e i nostri figli dalle catastrofi ambientali e contemporaneamente risolvere l’emergenza sociale determinata dal dramma della morosità incolpevole che porta allo sfratto e alla perdita della casa. Così come riteniamo che l’unico atto di civiltà nella nostra città come altrove sia una moratoria immediata di sgomberi e sfratti, accompagnata dall’abolizione dell’articolo 5 del Piano Casa che abolisce il diritto all’infanzia, sanità, maternità, salute e accesso al lavoro e alla residenza per tutti quelli che sono costretti ad occupare per vivere dignitosamente.

Quella di oggi è stata un’altra tappa dei movimenti di lotta per il diritto all’abitare che, forti dello sciopero sociale del 16 ottobre, in tutta Italia sono pronti a nuove occupazioni per continuare a togliere spazio agli speculatori e alla rendita immobiliare. Il 14 novembre sarà una nuova occasione di convergenza per i movimenti che al grido di “Sciopero Metropolitano” avranno l’occasione per dare battaglia alla precarietà e all’austerità.

Questa è la nostra Bologna, città meticcia, città del futuro, dove il sogno per cui nessuno sia più senza una casa sta diventando realtà.

 

Social Log – Condomini Sociali Occupati

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