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Bologna, riprende la lotta dei lavoratori Unibo

Nelle scorse settimane era stata ottenuta una prima vittoria, l’aumento della paga ai lavoratori di Palazzo Paleotti e l’assicurazione di continuità contrattuale e retributiva agli altri lavoratori CoopService. Ma questi sono accordi ancora tutti sulla carta, e inoltre non bastano ai lavoratori dato che non rispecchiano ancora, a livello di salario, le mansioni svolte effettivamente dai lavoratori.

Sin dalla mattina allora alle 7 sono ricominciati i picchetti davanti a Palazzo Paleotti e al 32 (sede del dipartimento di Italianistica), mentre i civici 34 e 36 erano chiusi a causa dell’astensione totale dal lavoro dei manifestanti, che erano invece in piazza sotto l’occhio della digos, quella stessa digos che si scoprirà qualche ora dopo ha emesso le prime denunce nei confronti di studenti solidali che avevano partecipato negli scorsi giorni ai primi picchetti contro CoopService.

Diversi docenti hanno solidarizzato oggi con la protesta dei lavoratori, tenendo all’esterno le loro lezioni e esprimendosi contro le condizioni lavorative subite da chi giorno dopo giorno assicura il funzionamento dell’università. Il modello Poletti dello sfruttamento a guida LegaCoop che vige in università è lo stesso contro il quale 30.000 persone sono scese in piazza sabato 12 aprile, in una giornata solo parte di un percorso di contestazione al governo Renzi.

Un percorso che vede già nell’11 luglio la prossima giornata di lotta, che andrà costruita con percorsi continuativi di lotta sul territorio come quello che sta venendo portato contro lo sfruttamento in università.

Il comunicato dell’Ass. Studenti-Lavoratori-Precari:

La quotidiana attività di comunicazione e informazione all’interno dell’università, il blocco delle mansioni e degli edifici di via Zamboni, a partire dalle scorse settimane, hanno permesso un ulteriore salto di qualità nella mobilitazione dei lavoratori dell’UniBo. Infatti, assieme ai blocchi dei civici 25, 32, 34 e 36, da parte di lavoratori e studenti, oggi diversi docenti hanno deciso di mostrare attivamente la loro solidarietà scegliendo di svolgere le lezioni direttamente davanti a quegli edifici che rappresentano il quotidiano e silente sfruttamento a marchio CoopService.

Ribadiamo che lo sciopero, e i blocchi di questa mattina sono la risposta ai tentativi, da parte di rettore e CoopService, di smorzare una lotta legittima per la dignità di chi permette il quotidiano funzionamento dei servizi universitari. Giornate, come quella di oggi, segnate dalla solidarietà viva e dalla forza della coesione, sono le testimonianze di un’altra università che si afferma contro le logiche del profitto dell’azienda AlmaMater.

Apprendiamo inoltre dei tentativi, da parte della questura e dei suoi mandanti, di spaccare l’unità tra studenti e lavoratori, attraverso la notifica di sette denunce per violenza privata e interruzione di pubblico servizio verso chi mostra attivamente la sua solidarietà. Sappiamo invece che questi tentativi di dividere il fronte tra buoni e cattivi non scalfiscono minimamente quanto costruito fino ad ora. L’unica violenza è quella del legalizzato sistema di sfruttamento rappresentato da quelle cooperative che di rosso hanno solo il sangue.

La giornata di oggi trova ancora più forza dopo la manifestazione nazionale del 12 aprile, dove sono stati ribaditi i concetti di diritti e dignità per tutt* anche contro il modello delle cooperative del Ministro Poletti e di LegaCoop. Una giornata intensa che ha saputo rilanciare in avanti, verso il contro-vertice europeo sulla disoccupazione giovanile, che si terrà l’11 luglio a Torino.

Domani torneremo nella zona universitaria, con lezioni, dibattiti e blocchi, perché non vogliamo speranze ma garanzie!

No Coop! Sì Dignità!

Assemblea lavorat* student* precar*

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