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Chi ha paura del dissenso? Da Napoli a Roma una sola grande opera Casa Reddito e Salute per tutt*!

Questa mattina un risveglio brusco ha inaugurato la giornata dei movimenti di lotta di Napoli e di Roma. Operazione in grande stile. Due operazioni di polizia e di governo che, apparentemente non connesse,hanno colpito le lotte sociali che, oggi, attraversano il paese.

A Napoli l’obiettivo sono stati i “precari Bros”. Da anni lottano per il diritto all’inserimento al lavoro: una lotta da sempre inascoltata dalla politica locale e nazionale che ha già presentato il conto drammatico sulle vite di migliaia di disoccupati e precari. Il mandato d’arresto domiciliare, al momento, è volto a bloccare e silenziare 10 disoccupati del “movimento Precari Bros”, mentre per altri 25 sarebbe stato disposto l’obbligo di dimora. L’assurda accusa – sbattuta sulle prime pagine del mainstream – è di“associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico e la pubblica amministrazione.” Accuse tanto perentorie quanto gravissime se non altro perché mirano a criminalizzare oltremodo un movimento, già costantemente attaccato da forze repressive, intelligencija da società civile e stampa locale, nel tentativo di neutralizzare la lotta dei disoccupati come folclore, assenza di civismo, fenomeno pre-moderno o addirittura rivendicazione clientelare e “para-camorristica”.

A Roma, nel frattempo, sono stati colpiti gli attivisti del “movimento per il diritto all’abitare”. Lo scopo ineccepibile è quello di intimorire tutto il percorso di lotta iniziato dal 18 e 19 ottobre. I provvedimenti restrittivi riguardano 17 attivisti e le accuse spaziano dall’adunata sediziosa alla rapina, dalla violenza alla resistenza a pubblico ufficiale (si badi che come accusa di rapina viene indicata la presa di uno sfollagente e di uno scudo in dotazione alla forze dell’ordine). I fatti imputati si sono svolti il 31 ottobre scorso, in occasione di un vertice Stato-Regioni, quando la manifestazione organizzata dai movimenti di lotta per la casa è tornata in piazza – con lo slogan di “Una sola grande opera: case e reddito per tutti!” – per continuare il percorso di sollevazione generale contro le politiche d’austerity inaugurato, appunto, con il 19 ottobre; percorso che,evidentemente sta destabilizzando e facendo saltare i nervi alle controparti affidatesi dunque al lavoro della questura. Insomma,misure repressive dettate dalla paura con lo scopo di rimuoverne l’incubo, silenziarne il dissenso e marginalizzare il consenso chela sollevazione iniziata il 19 ottobre ha messo in moto.

Come reti sociali e politiche di precari del Sud Italia, che da anni costruiscono lotte a favore del reddito, della casa, della salute,esprimiamo la nostra piena complicità e solidarietà ai disoccupati,ai precari di Napoli e di Roma. A Roma eravamo fianco a fianco con i movimenti per la casa: rivendichiamo tutte manifestazioni di protesta e le condotte che insieme abbiamo prodotto per lottare a favore di una vita degna, fuori dalle logiche del neoliberismo e dal ricatto della precarietà e povertà. Allo stesso modo abbiamo sempre camminato al fianco dei precari Bros di Napoli. E, oggi più di prima, siamo convinti che la lotta sia l’unico antidoto alla clientela dei partiti e ai metodi camorristici. Nella lunga storia dei movimenti di lotta per il lavoro a Napoli, un messaggio ineludibile è stato né clientela né camorra. Dunque è paradigmatica quanto strumentale l’accusa di clientelismo mossa contro i precari Bros. Conosciamo bene cos’è la clientela e dove s’insidia la camorra: nei palazzi istituzionali dove le classi dominanti oliano i dispositivi di subalternità per riprodurre il proprio comando. Abbiamo fatto pezzi di strada importanti con i precari Bros, mai in quei palazzi, siamo stati insieme nelle lotte per la salute e contro la devastazione ambientale e le per il diritto all’abitare. Infatti, ad una delle attiviste napoletane è stata notificata l’ordinanza restrittiva proprio all’interno di una delle occupazione della campagna “Magnammece o Pesone” di cui insieme siamo parte integrante.

E’ lampante quanto stia avvenendo a Roma e a Napoli. Non siamo dinanzi a semplici operazioni della magistratura; ma siamo dinanzi piuttosto a scelte politiche del governo delle larghe intese per togliere dai piedi il conflitto sociale al nuovo governo renziano che va preparandosi. In tempo di crisi e nelle logiche neoliberali, non c’è spazio alcuno per il conflitto sociale. Come dire, la “lady di ferro” impartisce ancora lezioni.

In generale, le 17 misure domiciliari e i 25 tra obblighi di firma e obblighi di dimora fanno oltremodo eco ai provvedimenti già in corso contro gli attivisti del movimento No Tav dello scorso dicembre, e agli 11 obblighi di firma della settimana scorsa contro gli attivisti di Giugliano per le proteste contro la Tares e l’inceneritore. Il regime disciplinare e repressivo serra le fila a suon di vendetta.Tuttavia, quello che va crescendo in questo paese, in termini di organizzazione sociale della rabbia, della povertà e della precarietà, sicuramente fa paura a chi pensa che la crisi sia un’opportunità per continuare ad avere le tasche piene mentre nel paese la disperazione e l’impoverimento aumentano. Condanniamo fortemente la natura politica di questi provvedimenti, sottolineando con forza l’infamia di un’accusa quale “associazione a delinquere”. Se si è disoccupato, precario o senza casa, e ti organizzi con altri, si viene additati come delinquenti o “mafiosi”;mentre se non ci si organizzi e si rimane isolati in condizione di precarietà, magari scegliendo la solitudine e il silenzio, ecco va tutto bene. È inaccettabile che in tempi di crisi e di austerità le lotte sociali vengano trattate come problemi di ordine pubblico, mentre nei palazzi continuano le rappresentazioni teatrali, quelle in cui non si affrontano i veri problemi che oggi affondano il paese in uno stato di povertà e precarietà.

Noi al suicidio preferiamo la dignità della lotta!

  

 

Non ci avrete mai come volete voi!

 

Zero81 Occupato – Napoli

Cantiere Sociale Quarto Mondo – Quarto (Napoli)

Lab. Sociale Bancarotta 2.0 – Ex Lido Pola – Napoli

Collettivi Autonomi Napoletani

CSA Depistaggio- Benevento

Centro Sociale ExKarcere – Palermo

Centro Sociale Anomalia – Palermo

Csoa Tempo Rosso – Pignataro Maggiore (Caserta)

Spazio Sociale CALES – Sparanise (Caserta)

Lsa Assalto- Cosenza

Spazio Rouge – Lioni (Avellino)

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