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Come ti faccio passare un accordo… in nome dell’unità!

Dopo aver convocato le elezioni dei delegati, Fim e Uilm appresa la sconfitta anche a fronte dei numeri dove dei 24 delegati presenti, 16 erano della Fiom la quale ha deciso di non votare, mentre degli 8 rimasti avente diritto al voto 4 hanno bocciato l’accordo, 3 l’hanno approvato e 1 è stata, invece, la scheda bianca, hanno ritenuto che quella votazione fosse illegittima per mancanza del numero legale degli aventi diritto.

Questo ha portato a una seconda elezione che ha visto passare l’accordo di pomigliano con il 60% degli aventi diritto al voto, seconda votazione alla quale la Fiom non si è presentata e anzi per parole del suo segretario locale ha espresso parole pesanti rispetto a questa “messa in scena”, parole che riprendiamo da un intervista su rassegna.it:

Le operazioni di voto “sono state ripetute – osserva Fiorani – dicendo che in quelle del giorno prima non era stato raggiunto il quorum, quando da nessuna parte si prevede il voto delle Rsu su un contratto nazionale. Di quale quorum stiamo parlando?”. In Ferrari, poi, ricorda il sindacalista, i delegati di Fim e Uilm a maggioranza (7 contrari e 2 favorevoli) avevano bocciato l’accordo, “a testimonianza che è in atto un dissenso piuttosto marcato”. “Fim e Uilm – riferisce ancora Fiorani – hanno sostenuto che si tornava a votare perché le Rsu dovevano esprimersi in ogni singolo stabilimento, e non con un voto complessivo com’era stato organizzato da loro nella prima votazione. Ciò vuole dire che, stante il voto contrario dei delegati di Ferrari, lì non si applica l’accordo del 13 dicembre? Non sarà così: il fatto è che siamo di fronte a una farsa, a una pagliacciata i cui effetti negativi si riverseranno purtroppo sui lavoratori”.

Oggi sugli organi d’informazione la Fim sostiene che l’accordo è stato approvato con il 60% di voti favorevoli, mentre la Uilm parla dell’80%, “Se non fosse drammatico – osserva Fiorani -, l’aspetto ridicolo è che parlano delle stesse votazioni”. Ieri sera, invece, Cisl e Uil di categoria hanno espresso soddisfazione: “Non hanno partecipato i delegati Fiom, che si sono limitati a rilasciare dichiarazioni di contrarietà al voto. Ora non potranno sostenere che non li abbiamo coinvolti – osserva il segretario provinciale della Fim, Claudio Mattiello -, li abbiamo convocati e invitati al voto. La loro decisione, per quanto legittima, resta a mio parere incomprensibile”. Acquista quindi ancora più valore la decisione della Fiom di raccogliere le firme per abrogare il contratto». Perché si possa procedere al referendum abrogativo è necessario raccogliere il 20% di firme, ovvero 15mila lavoratori a livello nazionale e oltre un migliaio a Modena. Il tempo è di un mese dalla firma dell’accordo, ovvero il 13 gennaio. «Invitiamo quindi tutti i lavoratori – conclude la Fiom – a firmare per creare le condizioni per effettuare il referendum abrogativo sull’accordo 13 dicembre».

A fronte di tutto ciò, di accadimenti reali all’interno delle fabbriche Fiat e a fronte della decisione di Federmeccanica di sottoscrivere il contratto unico dell’auto, magari nella speranza di far rientrare Fiat in confindustria ma sopratutto per dare un segnale chiaro alle altre organizzazioni di

Confindustria, è ora che la Cgil e la segreteria della Camusso decida da che parte stare. La sensazione sempre più netta è che col passare del tempo la Segreteria Cgil in nome dell’unità sindacale e per mettere a tacere la parte più “rivoluzionaria” della Fiom, abbia proprio scelto la Fiom come vittima sacrificale all’interno di questa strategia.

 

a cura di Infoaut/Modena

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