InfoAut
Immagine di copertina per il post

Contro chi ci vuole sfruttati e senza diritti – #14N #ScioperoGenerale

Il governo Renzi con la nuova riforma del lavoro, il c.d. Jobs Act, sferra uno dei più duri attacchi di sempre al mondo del lavoro e ai diritti dei lavoratori. Un attacco radicale, epocale e devastante che segnerà uno spartiacque (e non di certo in positivo) rispetto al mercato del lavoro così come lo abbiamo conosciuto fino adesso.
Attraverso forme comunicative dall’indiscusso appeal, Renzi ha costruito fin ora il suo consenso sull’idea di discontinuità con i passati governi, il nuovo che avanza, il futuro che “è solo l’inizio”.
Ma al di là del bombardamento mediatico che subiamo ogni giorno grazie alla propaganda di tv e giornali, la direzione seguita da Renzi e dal PD è decisamente la stessa degli ultimi 20 anni.
Da Berlusconi fino ad arrivare alla Riforma Fornero abbiamo assistito di volta in volta ad un sistematico impoverimento dei diritti dei lavoratori, alla creazione di forme contrattuali sempre volte a favorire il padrone, al ricatto crescente nel dover accettare qualsiasi tipo di lavoro a qualsiasi compenso pur di lavorare, ad una precarizzazione che ha riguardato si il lavoro, ma soprattutto le le nostre vite.
Mentre Renzi e il PD dichiarano di voler cancellare la precarietà, di voler porre tutti i lavoratori sullo stesso piano, quello che avviene con il Jobs Act è una normalizzazione delle condizioni e dei diritti dei lavoratori al ribasso: cancellazione delle ormai poche tutele dei lavoratori “garantiti”, futuro di precarietà irreversibile per coloro che arriveranno sul mercato del lavoro.

 

Ma cos’è questo Jobs Act? Il testo della legge è composto sostanzialmente da sei articoli:

1. Viene archiviata la reintegrazione nel posto di lavoro (art.18). Il licenziamento senza motivazioni viene esteso a tutte le nuovi assunzioni (anche di un 50enne)
2. Cade il divieto di demansionare un dipendente. Il Jobs Act prevede infatti la possibilità che un’azienda proceda al demansionamento di un dipendente, cioè anche modificare al ribassamento l’inquadramento.
3. Viene cancellato il divieto dei controlli a distanza previsto dallo statuto dei lavoratori. Il Jobs Act legalizza lo spionaggio sul posto di lavoro e soprattutto fuori, attraverso l’uso dell’informatica (GPS, social network e banche dati) per verificare costantemente la produttività del lavoratore con la possibilità di monitorarlo anche 24 ore su 24.
4. Per le nuove assunzioni viene istituito un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità, che vorrebbe diventare il nuovo contratto di riferimento per i neo-assunti. Queste persone nei primi 24 mesi non avranno diritto al reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento per cause economiche, bensì ad un risarcimento economico pari a 1-2 mensilità per ciascun anno di lavoro!
5. Innalzamento della soglia di reddito entro il quale è permesso il lavoro a chiamata tramite voucher (il buono lavoro per intenderci). Questo permetterà di incrementare l’uso di questa forma lavorativa non normata da alcun contratto, aumentando la ricattabilità e riportando il lavoro nella forma “a chiamata”.
6. Viene prevista l’esclusione della possibilità di ammortizzatori sociali (cassa integrazione) in caso di cessazione di attività aziendale o di ramo d’azienda: se è un singolo lavoratore a perdere il lavoro allora le tutele hanno luogo, se invece è l’intera attività a chiudere i battenti, non ci possono essere sussidi.

 

Jobs Act,la ormai indiscussa fine dei sindacati confederali che restano aggrappati a fabbriche in via di dismissione, insieme alle altre riforme del governo Renzi, non fa che aumentare la distanza tra ricchi e poveri, tra lavoratori e padroni, tra sfruttati e sfruttatori. Una legge che fa male a tutti, che tocca i dipendenti quanto i lavoratori autonomi a partita iva, che colpisce tanto chi si affaccia per la prima volta nel mercato lavorativo, quanto chi è stato macinato ed espulso dal sistema e si trova a fare i conti con la perdita del lavoro.
Per questo sosteniamo con forza lo SCIOPERO GENERALE lanciato dai sindacati di base per la giornata del 14 Novembre.
Ci dicono di dimenticarci il posto fisso (loro che il posto fisso lo hanno eccome!), ci chiedono di essere flessibili per favorire gli interessi di chi ci affama.
Noi non ci stiamo, rigettiamo il ricatto di un lavoro sfruttato,precario e senza diritti.
Venerdì 14 Novembre troviamoci alle ore 10:00 in piazza Arbarello per riaffermare il diritto ad un lavoro degno, che metta le necessità dei lavoratori prima degli interessi dei padroni che ci devastano la vita negandoci il futuro e derubandoci anche del presente.

 

Appuntamenti per la giornata del 14 Novembre

Ore 9 – Concentramento degli studenti universitari a Palazzo Nuovo per raggiungere poi P.zza Arbarello
Ore 10 – Corteo da P.zza Arbarello
Ore 18 – Largo Saluzzo (Largo ai Precari)

 

CSOA Gabrio

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

14Nsciopero generale

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calenzano (Firenze): esplosione nel deposito ENI

Enorme esplosione al deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze) con un bilancio di 4 lavoratori morti, 26 feriti di cui 2 gravi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano: “Verità per Ramy e Fares”. In 600 alla fiaccolata al Corvetto

“Verita’ per Ramy e Fares”. Sabato 30 novembre a Milano una fiaccolata  in ricordo di Ramy Elgaml. Centinaia di persone si sono ritrovate alle ore 19.00 in Piazzale Gabrio Rosa al Corvetto per poi raggiungere il luogo dove Ramy è deceduto dopo un incidente stradale a seguito di un inseguimento di un’auto dei carabinieri durato 8 chilometri, su cui indaga la Procura.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Sciopero generale: l’opposizione al governo Meloni si fa nelle piazze

Qualcosa oggi è successa. Lo sciopero lanciato da CGIL e UIL ha parzialmente travalicato gli apparati sindacali ed ha aperto uno spazio di partecipazione, ancora politicamente frammentata, nella contrapposizione al governo Meloni. A fronte dell’eterno Aventino delle opposizioni istituzionali parti di società hanno occupato le piazze e questa è una buona notizia. Ci saranno sviluppi […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Precari/e e studenti/e verso lo sciopero generale del 29 novembre

Mercoledì 19 una folta assemblea al Campus Einaudi ha iniziato ad articolare la partecipazione organizzata di precari e precarie della ricerca, insieme a studenti e studentesse dell’Intifada Studentesca e personale universitario, alla piazza dello sciopero generale chiamato da sindacati di base e confederali per il 29 Novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fermare il genocidio a Gaza: in Italia sciopero per la Palestina. Cariche a Pisa, Firenze e Catania

Fermare il genocidio a Gaza: questo l’obiettivo dello sciopero generale per la Palestina di ieri, indetto in tutta Italia e per tutte le categorie di lavoro dai sindacati di base, raccogliendo l’appello dei Giovani Palestinesi d’Italia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

23 – 24 febbraio: sciopero generale e manifestazione nazionale per la Palestina

Riprendiamo l’appello per la due giorni di mobilitazione per fermare il genocidio in corso in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Il primo sciopero generale contro Milei e lo smantellamento dello stato

Javier Milei ha affrontato il suo primo sciopero generale soltanto dopo sei settimane dall’essersi insediato alla presidenza con un piano di governo che punta ad una riduzione minima dello stato, stabilendo un nuovo primato, dopo aver superato il primato di tre mesi che ostentava Fernando de la Rúa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: sciopero generale per l’assasinio di Saleh al-Arouri

Una compagna dalla Palestina ci parla dello sciopero generale per  l’assasinio di Saleh al-Arouri, alto dirigente di Hamas, avvenuto martedi 2 gennaio 2024, con un attacco dell’esercito israeliano, effettuato con un drone nell’area meridionale nella città di Beirut.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La popolazione di Rojhilat è in sciopero generale per l’anniversario dell’omicidio di Jina Mahsa Amini

La popolazione di Rojhilat partecipa allo sciopero generale nel primo anniversario dell’uccisione di Jina Mahsa Amini sotto la custodia della cosiddetta polizia morale di Teheran.