Corteo a Pisa: No El Alamein! No spese militari!
I festeggiamenti per l’anniversario di El Alamein, che mettono al centro la vicenda disastrosa della Brigata paracadutisti Folgore di stanza a Livorno, Pisa e Pistoia, tradizionalmente si sono sempre tenuti allo Stadio Picchi di Livorno. Negli anni la città labronica ha costruito una forte opposizione all’iniziativa, smascherando ad ogni ricorrenza la vergognosa montatura ideologica che copre le scellerate scelte di governi che in tempi di crisi, mentre tagliano le risorse destinate alla spesa sociale, continuano però a investire sull’industria bellica. La città di Livorno ha rifiutato con decisione El Alamein portando i vertici militari a optare quest’anno per una trasferta a Pisa al fine di compiere le tristi celebrazioni. Troppo provocatorio annullare la partita Livorno–Cesena per portare i carri armati allo stadio al posto dei giocatori.
In egual misura subito a Pisa la città ha mostrato la propria ostilità nei confronti di questa scelta, accolta con favore solo dall’amministrazione comunale a guida PD che da anni punta sugli investimenti militari come settore strategico per lo sviluppo dal territorio: dall’ampliamento dell’hub militare all’aeroporto, alla costruzione di una nuova caserma a Ospedaletto. Assemblee, dibattiti pubblici e iniziative, fino ad arrivare alle recentissime occupazioni temporanee dell’ex distretto militare Curtatone e Montanara, e della Facoltà di Scienze Politiche hanno costruito l’opposizione alla militarizzazione della città prevista per la giornata del 27. Questa mobilitazione ha portato all’annullamento delle iniziative previste in Piazza dei Miracoli (lanci con i paracadute ed esposizione di mezzi militari), circoscrivendo le celebrazioni alla zona dello Stadio Romeo Anconetani, fuori dalle mura. Qualche autobus di nostalgici con il basco in testa ha raggiunto in mattinata lo stadio nell’indifferenza più totale della cittadinanza pisana, più preoccupata che il manto erboso dell’arena non venisse rovinato dalla parata.
Si è conclusa così una partecipata giornata di opposizione che ha ribadito come non sia tollerabile che una città diventi vetrina delle politiche di sperpero e di morte e come non sia tollerabile che una città sia attraversata e occupata dai mezzi militari quando l’unico controllo possibile dei territori è quello esercitato dalle lotte sociali.
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