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Democrazia borghese: dittatura della borghesia sul proletariato

Appena il proletariato e i militanti della classe si muovono per difendersi dagli attacchi che la borghesia scatena contro di essi, le “guardie bianche”, al proprio servizio, scatenano il loro armamentario repressivo: polizia, carabinieri, giudici subito pronti a colpire coloro che hanno osato difendersi.
Così è per i no tav, così è per chi lotta contro il sitema delle cooperative nche imperano nel settore della logistica e chi sostiene la loro lotta.
Come tutti ormai sanno, questo settore aziendale capitalistico è permeato da mafia, drangheta e camorra che non solo fanno affari nella gestione delle cooperative, ma in concorrenza con un’altro settore capitalistico non meno delinquenziale, le banche, puliscono il “denaro sporco” prestandolo direttamente ai colossi dell’imprenditoria presenti nel settore della logistica.
Le cooperative, lo sanno anche i sassi, evadono il fisco, non versano i contributi dei lavoratori, hanno un sistema di controllo sui lavoratori di tipo semi schiavistico ed il costo della forza lavoro è tra i più bassi di tutto il settore merceologico; la non applicazione del CCNL è all’ordine del giorno in quasi tutte le cooperative, la legge sulla sicurezza nelle aziende viene considerata come carta straccia, eppure ispettorati del lavoro, Finanza sono come inesistenti. Appena, però, i lavoratori si organizzano, fanno le loro rivendicazioni e magari scioperano, ecco che la legge impersonata dalle forze di polizia, DIGOS si presentano a reprimere coloro che hanno osato sfidare i padroni.
Ormai, nella logistica, e un refrain: prima pestano a sangue gli operai (che nella maggior parte sono immigrati) e i militanti che solidarizzano picchettando i cancelli delle aziende, poi fanno seguire le denunce verso gli operai e coloro che erano presenti a sostegno di quella lotta, poi processi e sempre di più la galera.
La democrazia borghese nei tempi della crisi non può permettersi l’utilizzo della carota, deve sempre di più utilizzare il bastone, la galera.
Così sta’ avvenendo per le lotte che si sono svolte ad Origgio con il processo che è in corso, così è stato per il foglio di via al coordinatore nazionale del S.I.Cobas fatto dal prefetto di Piacenza,per il reato di aver sostenuto la lotta dei lavoratori dell’Ikea, così avviene,in questi giorni ,verso alcuni compagni (soprattutto di Crash) che più di altri si sono spesi in appoggio ai lavoratori licenziati dalla Granarolo di Bologna.
La colpa dei compagni di Crash è quella di avere sostenuto la causa degli operai, il merito della prefettura di Bologna è quello di sostenere coloro che non solo non applicavano i contratti, ma addirittura proclamavano uno stato di crisi aziendale (scaricando la sugli operai non dando loro il 35/100 del salario) mentre alla Granarolo gli operai facevano gli straordinari.
La legge dei padroni, la polizia,non potranno, però, arrestare questa lotta, non solo perché si è ormai estesa a livello nazionale, ma perché ha delle motivazioni politiche profonde in senso anticapitalistico che animano lo spirito dei lavoratori e di chi li sostiene, nel caso di Bologna i militanti del Crash.
A questi compagni va la solidarietà e la stima dell’organizzazione S.I.Cobas.

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