InfoAut
Immagine di copertina per il post

Down white the King

||||

La morte di Heather Heyer a Charlottesville per mano di un terrorista nazista durante la marcia dei suprematisti bianchi è un punto di non ritorno nel conflitto civile sulla linea del colore che investe gli Stati Uniti.

L’elezione di Donald Trump ha incredibilmente accelerato questo scontro. Stretto tra la missione del suo ufficio che lo richiama al dovere, come amano dire, di essere il presidente di tutti gli americani e le pressioni della base bianca e razzista che lo ha sostenuto elettoralmente, Trump è stato travolto dal peso simbolico dei fatti di Charlottesville e costretto a prendere parola.

In una tesa conferenza stampa nella giornata di ieri il presidente americano ha fatto marcia indietro rispetto alle prime, prudenti, battute di condanna nei confronti dei suprematisti bianchi che sabato hanno ucciso la donna che si opponeva alla loro marcia. “La colpa di quanto accaduto è di entrambe le parti; i violenti erano da entrambe le parti, ma più a sinistra che a destra. La marcia della sinistra non era autorizzata ed era anzi piena zeppa di troublemakers in black suit”

Ricordano nulla queste parole? Sì, non serviva la coglionata di ferragosto twittata da Gianni Riotta (“il regalo piu’ grande per destra Usa sarebbe un’ondata di violenza della sinistra militante. Noi italiani lo sappiamo bene”), per individuare nella retorica di Trump l’eterna litania, a noi ben nota, degli opposti estremismi. Ma l’ideologia degli opposti estremismi è sempre e comunque propria della lingua del potere che ne fa la sua strategia di occultamento del sistema di gerarchie e discriminazioni sul quale si fonda. Il problema del razzismo negli Stati Uniti non si esaurisce negli eredi del KKK ma è la dimensione strutturale della discriminazione razziale a tutti i livelli della vita civile del paese e ben esemplificata dalla guerra quotidiana che lo Stato in armi, con la sua polizia, conduce contro la popolazione nera uccidendo quotidianamente. Insomma, un’operazione di whitewashing basterebbe per Trump ad assolvere gli assassini di Heather, riformulando l’attitudine terroristica dei razzisti della Virginia nel democratico, liberale (e bianco!) diritto di esprimere la propria opinione secondo le regole civili (dei bianchi!)… anche con il morto di mezzo!

Un pesante corollario polemico si associa alla vicenda dopo l’ondata di abbattimenti di statue e monumenti che da Baltimora in giù sta attraversando gli Stati Uniti da sabato in avanti come risposta ai suprematisti bianchi. Per Trump è “triste e assurdo rimuovere le statue che celebrano la storia americana”. Il diritto di riaffermare una giustizia, di vendicare una morte, può passare per la negazione dei simboli dell’aguzzino, anche calpestando la storia di quei monumenti, tutti, per lo più eretti negli anni ’20 come simbolo presente e perdurante della segregazione razziale. Alcuni diranno: a venire giù non sono solo i monumenti dedicati al generale Lee, ma anche statue alla memoria dei caduti in giubba grigia, dei soldati comuni, come a Durham, in North Carolina e i coscritti alla leva nell’esercito confederato non erano i grandi schiavisti o i loro figli ma villani senza terra, anch’essi costretti a lavorare la terra di altri. Vero e per inciso, ci scommettiamo, i razzisti di Charlottesville sono certamente più i pronipoti di queste vittime sfigate della guerra di secessione che non degli alti ufficiali della ribellione sudista… ma, si sa, sono l’invidia e il rancore il miglior brodo di coltura dell’odio e del risentimento razzista e quelle statue ne sono la storia, il simbolo e il significato presente di quella storia che tradisce la memoria di centinaia di migliaia di morti che di crepare per le terre dei grandi proprietari non ne avevano alcuna intenzione. Ma tant’è, la storia non è mai solo un monumento, è sempre anche un mito che rifonda il presente. Trump per difendere quel simbolo presente ha provocatoriamente suggerito che si dovrebbero allora abbattere anche le statue di Washington e Jefferson, anche loro proprietari di schiavi… beh se il presente dell’America di Washington e Jefferson, ciò che si è trasmesso, è il monito di Donald Trump, why not? Down white the King!

 

{mp4}19111{/mp4}

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

CHARLOTTESVILLEtrump

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sanità: dalle inchieste torinesi al G7 Salute di Ancona

Due approfondimenti che riguardano la crisi sanitaria per come viene messa in atto dalle istituzioni locali e nazionali.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui!

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il genocidio a Gaza e le elezioni USA

Gli ambienti a sinistra del Partito Democratico negli USA stanno affrontando un profondo dibattito con al centro la questione palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni USA: che paese arriva al voto del 5 novembre 2024? Intervista all’americanista Ferruccio Gambino

Usa: martedì 5 novembre 2024 il voto per le presidenziali. Ultimi fuochi di campagna elettorale, con i sondaggi danno la Harris avanti nel voto popolare su scala federale, con il 48,1% contro il 46,7% di Trump.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Culture

Hillbilly highway

J.D. Vance, Elegia americana, Garzanti, Milano 2024 (prima edizione italiana 2017). di Sandro Moiso, da Carmilla «Nonna, Dio ci ama?» Lei ha abbassato la testa, mi ha abbracciato e si è messa a piangere. (J.D. Vance – Elegia americana) Qualsiasi cosa si pensi del candidato vicepresidente repubblicano, è cosa certa che il suo testo qui recensito non potrebbe […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spettri di Working Class, il classico strumento repubblicano per vincere le presidenziali

Paul Samuelson, per quanto sia stato un genio della astrazione economica e della regolazione dei mercati, ci ha lasciato modelli matematici di efficienza delle transazioni di borsa che, nella realtà, si sono paradossalmente rivelati soprattutto strumenti ideologici. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

American way of death

Pochi giorni dopo la sparatoria di Butler che ha causato una ferita all’orecchio di Trump, un morto, due feriti e uno scossone nell’andamento della campagna elettorale più folkloristica di sempre, Trump torna alla carica alla vigilia della convention repubblicana di Milwaukee che lo incoronerà ufficialmente candidato, dicendo “Non mi arrenderò mai, vi amo tutti”. Il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: un disastro per Biden il confronto televisivo con Trump. Potrebbe ritirarsi? Intervista a Martino Mazzonis

Non sembrano esserci dubbi sul fatto che questo confronto sia stato un disastro per Joe Biden

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’Europa morirà americana?*

Qual è oggi lo stato dei rapporti transatlantici nel quadro del conflitto ucraino e sullo sfondo del montante scontro Usa/Cina?