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Europa Indignata, America pure, mentre Roma Brucia

 E’ stata una giornata di sole e mobilitazione nella capitale d’Europa. Dal quartier generale degli indignati, nell’HUB vicino al Parc Elisabeth, lo striscione d’apertura ha mosso verso la Gare de Bruxelles Nord, dove verso le 14 è cominciata la più grande manifestazione autoconvocata del Belgio in tempi recenti. 10.000-15.000 persone, per lo più giovani, precari, creativi, inventivi, pink e antiautoritari, hanno attraversato la città in un lungo percorso che dal quartiere finanziario ha toccato i quartieri immigrati, il centro d’identificazione immigrati, quindi ha occupato le scale della Borsa per concludersi nel cuore dell’Unione Europea, il quartiere europeo che intorno a piazza Schuman vede stagliarsi il palazzo della Commissione Europea, e soprattutto l’insolente palazzone Justus Lipsius di marmo rosso dove ha sede il Consiglio Europeo, la conferenza permanente di governanti e ministri che ha imposto l’austerià alla società e deciso il salvataggio dei banchieri.

La protesta contro la finanza globale era in forte evidenza durante il corteo, foriero di una forte espressività politica come non si vedeva dai tempi di Seattle. Clown su un camion verde ramarro ringraziavano la Tunisia e l’Egitto e rivendicavano di essere il 99% della popolazione toccata dalla crisi. Cartelli in francese, olandese, inglese, tedesco e soprattutto spagnolo attraversavano l’enorme folla che a Schuman è stata bloccata dai cavalli di frisia della police politie in assetto antisommossa e l’ha dunque aggirata per finire nell’enorme parco dall’arco di trionfo che commemora i 50 anni della monarchia belga, riempiendolo nella gioia e nell’euforia di aver compiuto un’impresa insieme alla altre città d’Europa, d’America e d’Asia che hanno partecipato al #15o, la sollevazione globale contro il governo dei mercati finanziari per rivendicare democrazia reale e la fine dell’austerità che infligge ancor più precarietà a tutti noi già duramente provata da tre anni di crisi.

La Spagna è chiaramente l’epicentro del movimento indignato in Europa, da cui trae origine, e ciò era in evidenza anche ieri a Bruxelles, dove il gruppo degli ispanofoni aveva una coesione e un’organizzazione interna invidiabile. Per Madrid e Barcellona, aspettiamo articolo. Ecco comunque un commento interno sulla giornata in spagnolo su Bruxelles e le metropoli spagnoli sulla giornada indignada di sabato 15 ottobre: (www.20minutos.es/galeria/7943/0/2/manifestaciones-indignados/15-octubre/mundo/).

A Roma una scena completamente diversa, una sommossa giovanile ancora più grande di quella del 14 dicembre scorso, dettata dalla rabbia e frustrazione per Berlusconi che non se ne va, l’Italia che affonda e sopratutto per la totale assenza di prospettive per una generazione mai così acculturata, mai così sfruttata. Lunghi e violenti scontri contro i carabinieri in piazza San Giovanni, in quella che è stata la più grande manifestazione al mondo del 15 ottobre, la data epica di un nuovo movimento globale che è destinato a rovesciare le élite di tutto un continente invecchiato e spolpato da neoliberismo e monetarismo.

Questi gli slogan che ci han colpito a Bruxelles: Anonimia contro l’anomia #anonymous – Ils ont la chiffre, on a le nombre: #15O – El pueblo unido sera sin partido – Austérité = Précarité – No hay democracia, si gobiernan los mercados, Kaka pipi talisme – Nous sommes indignés, indignés, indignés – 99% crisis 1% banksters.

A Francoforte, circondata l’eurotower il grattacielo dove ha sede la Banca Centrale Europea, che vuole dettare un’agenda fatta di privatizzazione dei servizi pubblici, licenziamenti e tagli alla spesa a tutti i governi europei.

A New York, i manifestanti di Occupy Wall Street, dopo un’azione contro la Citibank dove sono state arrestate 20 persone (“per aver voluto chiudere il conto”, commenta sarcastico Anonymous) hanno mosso in 10.000 da Washington Square vicino alla New York University, verso Times Square, il centro della Manhattan dei media e dei teatri di Broadway.

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