Grecia: migliaia ancora in piazza contro l’austerity. Dall’Eurogruppo niente risposte
“Ci serve tempo, non denaro”, era l’appello del premier ellenico Tsipras, sostenuto nella dilazione dalla Francia. Contrario a ogni deviazione dai piani di macelleria sociale tracciati per il popolo greco si è detto invece ancora il ministro delle Finanze tedesco Shauble, secondo cui chi non si allinea alle politiche imposte dall’Europa dell’austerity è irresponsabile: “Mi dispiace per i greci – ha dichiarato – hanno eletto un governo che si sta comportando in modo piuttosto irresponsabile al momento”.
La Grecia vuole rinegoziare tempi e debito, rigettando il programma imposto: considera “non realistiche” le aspettative di un surplus di bilancio del 3% nel 2015 e del 4,5% nel 2016. Le posizioni dei falchi nordeuropei dell’austerity non lasciano però, al momento, spazio a soluzioni, tanto che lo stesso governo di Syriza ha definito “assurde e inaccettabili” le pretese dell’Eurogruppo. Tsipras e il ministro delle finanze, Varoufakis, rifiutano un passaggio del comunicato finale proposto all’Eurogruppo dalla Ue, dove si legge “Le autorità greche hanno indicato che intendono concludere con successo il programma,tenendo in considerazione i piani del nuovo governo”. Possibile, a questo punto, un nuovo incontro, venerdì.
Ieri, domenica 15 febbraio, intanto, la Grecia è scesa di nuovo in piazza, con migliaia di manifestanti contro le misure di austerità imposte dalla Troika ad Atene e molti altri nelle manifestazioni, indette tramite i social networks, praticamente in tutto il paese, isole comprese.
Sulle mobilitazioni di ieri, domenica 15 febbraio, e soprattutto sulle richieste delle piazze e il rapporto con il governo Tsipras abbiamo raccolto il contributo di Dimitris Serafis, compagno greco attualmente in Italia e nostro collaboratore.
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