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In più di cento contestano Profumo alla festa del Pd

La situazione per chi ha scelto di insegnare è rovente: dopo essersi indebitati per anni durante gli studi, dopo aver speso qualche migliaia di euro per l’abilitazione all’insegnamento e aver frequentato corsi e tirocini non pagati, 300 000 insegnanti sono precari da anni e, con l’ultimo annuncio del ministro dell’istruzione Profumo, sono destinati ad esserlo a vita.
Il maxi-concorso indetto, infatti, è l’ennesima batosta per chi vive una condizione precaria ormai insostenibile per migliaia di persone.

Nonostante le scuole siano ancora chiuse e le università in via di apertura, in tanti ieri sera lo hanno aspettato all’ingresso della festa, scortato da agenti della digos, polizia antisommossa e servizio d’ordine del PD. Profumo è stato poi raggiunto dentro i locali dove si svolgeva l’iniziativa “cervelli in fuga, come fermarli”.

Appena il ministro ha preso la parola al microfono, i cento contestatori hanno aperto uno striscione con scritto “Profumo vendi fumo”, firmato Cobas scuola, ed iniziato subito a urlarli: “VERGOGNA!” “VATTENE A CASA”. Non sono tardati ad arrivare i “buttafuori” del servizio d’ordine del PD, ingaggiati per l’occasione dalle vicine discoteche del litorale, che subito arrogantemente hanno iniziato ad offendere le giovani donne precarie che sostenevano lo striscione cercando di strapparlo via. Ma non sono serviti questi atteggiamenti per sedare la protesta che minuto dopo minuto è cresciuta di rabbia, coinvolgendo anche chi stava seduto nella platea, battendo le mani a chi, in questa occasione, ha voluto dimostrare a tutti e soprattutto al ministro Profumo e a tutto il ceto polito piddiano, che questa sarà soltanto il primo momento di contestazione a chi sta precarizzando il mondo della formazione.
Scene imbarazzanti da parte di tutta la direzione del Partito Democratico, che innervositi dai “guasta feste”, urlavano alla polizia di buttare fuori i precari della scuola e gli studenti, che non si son fatti intimidire da nessuno.

La contestazione di ieri sera, che ha visto mobilitati in primis proprio i precari della scuola che quest’anno non si ritroveranno dietro ad una cattedra, ha colpito al cuore del Partito Democratico. Infatti la protesta organizzata al primo giorno di festa, vuole essere anche contestazione a tutti quei partiti e sindacati che appoggiano le linee di austerità, di tagli e di impoverimento del lavoro cognitivo.

Con l’apertura delle scuole e delle università alle porte ed un primo duro colpo incassato da Profumo e Pd, chissà se il mondo della formazione sarà di nuovo il soggetto che quest’anno porterà quel conflitto visto nelle mobilitazioni contro la riforma Gelmini, dove gli studenti sono stati protagonisti. Le relazioni instaurate ieri sera tra precari e studenti sembrano portare un “profumo” nuovo, quello della determinazione di chi non vuole più essere precario a vita.

 

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