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Il Ritorno del Capitone

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Il sorrisetto beffardo di Salvini al fianco della neo-Governatrice della regione Umbria Tesei, commenta bene l’esito delle elezioni regionali. La Lega è al 36.9%, Fratelli d’Italia al 10,4% e Forza Italia al 5,5. Il Pd sta al 22,3%, il M5s fermo al 7,4. Un trionfo del Capitone, che con buona pace di Giuseppi, sorride fiero, perché sa di aver inferto un duro colpo al governo giallo-salmone, e soprattutto al pd. Anche se , parafrasando il fu Avvocato del Popolo Conte, l’Umbria rappresenta solo il 2% della popolazione italiana, è invece un bel campione dell’Italia, figlia della crisi, e una rappresentazione in vitro del sistema di potere Pd figlio dello storico Partito Comunista, e oscura il cielo delle prossime regionali nelle cosiddette regioni rosse. Se il partito di Zingaretti perdesse anche quelle, difficilmente durerebbe a lungo, no money, no party.

Se i vincitori indiscussi della tornata umbra sono Salvini e Meloni (che doppia il partito del Cav!), gli sconfitti sono prima di tutto il pd e 5 stelle con il loro patto di governo. Resta a guardare, anche lui probabilmente sorridendo sotto i baffi, l’altro Matteo, che si gode il risultato aiutato dal suo sgambetto al Pd umbro e nazionale. Insomma male la prima per il governo della responsabilità e della lotteria sugli scontrini, ed è facile che sia in casa 5 stelle che del pd, ci si ripenserà bene prima di ripresentarsi insieme alle prossime amministrative.

 Grava come un macigno, e di fatto ha tirato la volata alla conquista della roccaforte rossa, lo scandalo sulla sanità umbra che da aprile, ha devastato il pd locale portandolo al commissariamento romano. Un’inchiesta della Procura che come un mago ha fatto saltar fuori l’elefante che tutti sapevano celarsi sotto il tappeto. Il sistema di favori e corruzione del pd nelle cosiddette regioni rosse non è un segreto per nessuno, e le inchieste della magistratura arrivano “casualmente” quando questo non è più in grado di garantire un adeguata contropartita per tutti. L’Umbria, dalla crisi del 2008 non ha più riguadagnato un centimetro in termini economici e la crisi industriale ha devastato il tessuto sociale , fortemente operaio, e ancora in questi mesi si susseguono casse integrazioni e licenziamenti. Così il sistema pd non è più in grado di mantenere il suo patto sociale storico, fondato sul lavoro, è arriva al capolinea definitivo dopo una crisi durata decenni. Chi raccoglie e promette soluzioni, con questa tornata elettorale, ripartirà da questo solco, probabilmente aggravando la crisi sociale preparata dal sistema lavorista, demolendo il welfare residuo sul quale per anni in molti hanno banchettato. E in molti, e giustamente, godranno nel vedere smantellare i privilegi del pd e della sua casta.

 Altra cosa chiara è che il Movimento di Grillo non ha rappresentato un’alternativa solida alla crisi sociale ed economica della regione, pagando l’alleanza con il pd, e di fatto regalando il voto di protesta alla Lega. L’inconsistenza della manovra partorita dal governo, ha fatto il resto, non avvicinandosi neanche lontanamente alla precedente, che seppur con criticità insanabili, aveva istituito il Reddito di Cittadinanza, facendo accarezzare a molti la possibilità di una seppur minima redistribuzione economica.

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