Justice for Cecily
Un membro del supporto legale l’ha visitata al carcere di Riskers Island, e ha riportato alcune sue parole: “Sono estremamente cosciente di quanto sono privilegiata, specialmente qui. Quando sei in prigione i privilegi dei bianchi giocano a tuo sfavore. Tendi a reagire quando provieni da questa condizione di privilegio da bianchi dicendo alle autorità della prigione che ti forzano a fare cose arbitrarie e senza senso: “Non potete farlo!”. Mentre i poveri sanno che questo è il sistema. Sanno che è assurdo, capriccioso e insensato, che si tratta sempre di essere obbligati a mostrare deferenza verso il potere. Reagire in quanto bianca privilegiata sarebbe un distinguermi, mentre ho imparato a rispondere collettivamente, a parlare alle autorità con una voce unificata. E questo è stato buono per me. Lo necessitavo. […] Possiamo parlare finché vogliamo di teorie dei movimenti. Leggere Foucault o Bourdieu, ma ad un certo punto diventa un gioco. Bisogna uscirne e viverlo. Bisogna costruire un movimento.
E se non riusciamo a farlo ora non ci sarà nessuno a studiare teorie dei movimento nel prossimo decennio perché non ci saranno movimenti. Io posso farlo in prigione. Fuori da essa. E’ tutta un’unica lotta”.
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