La Palermo delle lotte contro il governo Renzi
Mentre il decreto Lupi, ovvero il “piano casa” del nuovo governo è al vaglio della camera, a Palermo, come in molte altre città d’Italia questa settimana, senza casa, disoccupati, studenti, precari e sindacati di base, sono scesi in piazza per le vie del centro storico, provando a legare tutte le rivendicazioni sociali presenti, ricomponendole nella lotta per un unico e comune obiettivo: casa e reddito (lavoro o non lavoro!).
Una giornata attesa quella di oggi, perché un primo test di ricomposizione politica attorno alle emergenze sociali che vedono molti palermitani e non lottare da mesi ognuno con la propria specificità.
Si inizia bene. Alle 17:00 circa, piazza Pretoria in cui ha sede il palazzo dell’amministrazione comunale, è già gremita e copiosamente colorata dalle bandiere dei senzacasa (numerosi tra loro gli occupanti immigrati) e del comitato “Prendocasa”; ma con i loro striscioni e le loro rivendicazioni anche il Movimento Disoccupati e i sindacati di base; ampia la partecipazione di studenti, precari e di militanti dei centri sociali. Siamo più di mille. Intorno alle 17:30 il corteo si muove in strada, percorrendo via Maqueda, preceduto da un camion sound system che permetterà a tutte le sfaccettature della piazza di prendere parola animando e svegliando un centro città assuefatto da un non più tranquillo sabato pomeriggio di shopping. Uno striscione d’apertura coagula tutti i sentimenti della piazza: “ribaltiamo l’austerity, casa e reddito per tutti/e”. Continui i cori contro il governo Renzi (contestato in piazza mercoledì scorso e fuggito sommerso dai fischi dopo solo un quarto d’ora d’intervento), e il “piano casa” che ricordiamo, impone ai comuni il taglio delle utenze e l’impossibilità di chiedere le residenze nelle case occupate. Arrivati, intorno alle 19:00, davanti l’edificio che rappresenta il presidio locale dello stato centrale, cioè la Prefettura, ad attendere i bisogni e le rivendicazioni sociali non poteva che esserci un ingente schieramento di polizia. Nulla di nuovo, da tempo ormai, almeno per ciò che riguarda i senzacasa, la riappropriazione diretta (con le occupazioni di case) ha preso il posto delle semplici richieste da sottoporre ai trincerati dei palazzacci. Ma oggi l’obiettivo, l’abbiamo già detto, è quello più ambizioso, anche se più a lungo termine, di una ricomposizione sociale delle lotte a Palermo, o meglio della Palermo che lotta.
Si conclude oggi un primo appuntamento che partito dalla piazza dove ha sede il palazzo dell’amministrazione comunale, uno dei principali organi responsabili dell’ assoluta inesistenza di assegnazioni di case popolari e dell’assenza di politiche sociali, ha voluto terminare il suo percorso davanti quello della Prefettura, indicando – oggi simbolicamente – una strada che non assolve nessuna istituzione dalle responsabilità di un attacco generalizzato alla società e ai tessuti meno abbienti, comandato dal nazionale ed eseguito sul locale.
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