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Uova e monetine contro il Pd. Anche universitari in piazza. Palermo sciopera

Dalla centralissima piazza Verdi, nel cuore di Palermo, è partito intorno alle 9.30 muovendosi per le vie principali della città e bloccando routine e traffico di una normale giornata palermitana. Oltre cinquecento tra senza casa, studenti e disoccupati hanno sdoganato slogan e parole d’ordine contro l’austerity e per i diritti negati. Uno spazio rilevante è stato assunto dalle recriminazioni portate in testa al corteo dagli occupanti di casa – lo striscione di testa recitava “Ribaltiamo l’austerity. Casa e reddito per tutt* – che contestavano le politiche sul diritto all’abitare perpetuate in questi anni dall’amministrazione locale come dal governo nazionale.

Ricomporre le lotte: questo lo spirito con cui anche giovani e giovanissimi,disoccupati e precari hanno attraversato le strade in maniera rumorosa e determinata. Obbiettivo della giornata di sciopero metropolitano è stato quello di far convergere proteste e soggetti diversi tra loro ma accomunati da un comune nemico; così oggi i movimenti hanno individuato nel Partito Democratico la principale controparte nella lotta per i diritti: il corteo si è infatti concluso proprio sotto la sede regionale del Pd che – lo ricordiamo – oltre a significare “Renzi”, per i palermitani si traduce anche in “Crocetta” (presidente della regione) e di recente anche “Orlando” (sindaco di Palermo). Un partito che dunque rappresenta una elefantiaca e oppressiva struttura di comando economica e politica. Non a caso, giunto il corteo sotto la sede dei “democratici”, sono state lanciate immediatamente uova e monetine al grido di “ladri!” e “vergogna!”. Un assedio rumoroso utile a palesare l’insanabilità della contrapposizione che oppone chi lotta per i propri diritti e chi invece governa giusto per negarli. All’interno di questo strappo non c’è più alcuno spazio di mediazione.

All’università invece più di un centinaio di studenti e studentesse si sono dati appuntamento per una manifestazione che parlasse di “rifiuto” dell’aziendalizzazione della formazione pubblica e soprattutto della necessità di bloccare il costante aumento dei costi per lo studio. Tasse universitraie, regionali, per i test d’ingresso e persino per i parcheggi. Questi gli obiettivi polemici di un corteo che, dopo avere attraversato gli edifici delle ex-facoltà della cittadella universitaria, ha visto nell’occupazione della sede Ersu (ente regionale per il diritto allo studio) la sintesi di settimane di costante mobilitazione e discussione interna ai corsi di studio e alle aule del polo palermitano. La politica regionale, appunto, ma anche le scelte della locale governance e del Rettore soprattutto sono state segnalate dagli studenti come nemico dei diritti fondamentali per chi sceglie di intraprendere il percorso universitario. Il principale slogan che circolava in questa piazza diceva semplicemete “questo è solo l’inizio”.

Prossimo appuntamento per i movimenti palermitani ma soprattutto per gli studenti delle scuole già questo sabato: ospite d’onore il ministro all’istruzione Stefania Giannini.

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