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Palermo: gli operai Gesip e Fincantieri paralizzano la metropoli

Stamattina invece gli operai della Fincantieri indicendo uno sciopero di otto ore, si muovono in corteo non autorizzato dai cantieri navali verso la sede della presidenza della regione.

Contemporaneamente, al porto, gli operai Gesip che danno manforte ai cinque che hanno passato la notte sulla gru, effettuano un blocco stradale all’altezza degli ingressi del porto.

Il traffico cittadino è in tilt!

Oggi la città è messa sotto scacco dagli operai, Gesip e Fincantieri.

I primi, i circa 1800 lavoratori della società partecipata del comune, dopo quasi due anni di lotta a intermittenza, non si trovano ancora in una condizione di lavoro stabile e il prossimo 31 dicembre gli scadrà il contratto, finora di volta in volta rinnovato. L’ennesime promesse del sindaco Orlando, relative alla stabilizzazione, Gesip o non Gesip, hanno ormai stufato e perso di credibilità agli occhi degli operai, che ieri pomeriggio hanno deciso di salire sull’altissima gru dell’area portuale, minacciando di non scendere e di restare in sciopero della fame finchè non avranno certezze. A dargli manforte e a fornirgli liquidi (nonostante ieri sera la celere glielo ha impedito) un centinaio di colleghi che hanno passato la notte con loro. Stamattina però la polizia ordina la chiusura del porto (!) impedendo agli operai che accorrevano di raggiungere gli altri lavoratori. Oltretutto quelli all’interno dell’area portuale, vengono caricati da un ingente schieramento di polizia e carabinieri che li allontanano di un centinaio di metri dalla gru. Nessun problema: non appena la notizia giunge agli operai bloccati agli ingressi, che intanto sono sensibilmente aumentati, partono dei selvaggi blocchi stradali. Sono circa le 10:30.

Contemporaneamente, qualche chilometro più in là, ai cantieri navali, circa cinquecento operai Fincantieri, con le Rsu, dopo aver indetto uno sciopero di otto ore e bloccata via Dei Cantieri, si muovono in corteo in direzione palazzo D’Orleans, sede della presidenza dell’amministrazione regionale, che raggiungono intorno alle 12:00. Dopo un corteo non autorizzato che ha attraversato il centro storico, adesso è piazza Indipendenza ad essere interdetta alla viabilità cittadina, mentre gli operai esigono un incontro con il presidente Crocetta perchè chiarisca le intenzioni dell’amministrazione regionale.

Anche per loro, gli anni di lotta che hanno scongiurato la dismissione dello stabilimento palermitano, sono tanti. Una soluzione è per giunta arrivata qualche settimana fa, quando la dirigenza Fincantieri ha scelto un nuovo piano d’investimento che possa rilanciare sul mercato della cantieristica navale lo stabilimento siciliano. Il progetto consisterebbe nella costruzione di un nuovo bacino di carenaggio che diventerebbe il più grande d’Europa. Il tutto per un costo di circa ottanta milioni di euro, di cui trenta stanziati da Fincantieri e cinquanta dall’amministrazione regionale; o almeno questi erano i patti! Se infatti Crocetta si era precedentemente impegnato per un tale investimento quando si trattava di ristrutturare i due bacini già esistenti, all’oggi il nostro caro presidente, fa un passo indietro, rimettendo in discussione la disponibilità al doveroso e necessario stanziamento che potrebbe salvare migliaia di famiglie dal collasso economico. Ma come, quando i padroni si piegano alla lotta, ci si mettono le amministrazioni pubbliche?

Si, e il patto di stabilità varato dal governo qualche settimana fa, mette in luce proprio la volontà di chiudere sempre più i rubinetti degli investimenti e della gestione dei soldi pubblici sotto la scusa e il ricatto della necessità del pareggio di bilancio delle amministrazioni regionali e comunali. Ma non vogliamo certo sollevare da colpe il presidente Crocetta, non nuovo a strumentali e ingenue (perché in grado di accelerare i processi di lotta) assunzioni di impegni, poi puntualmente smentite con la stupidità politica che ci piace, quella cioè di una classe dirigente che approfondisce sempre più la distanza tra istituzioni e cittadini, e in cui la mediazione politica ha sempre meno spazio.

Intanto mentre questo articolo viene completato, da fuori le finestre si sentono gli automobilisti colpire nervosamente sui loro clacson, perché in questo momento è meglio farsi una bella e salutare passeggiata a piedi, piuttosto che imbottigliarsi in una città al momento ancora completamente paralizzata dai blocchi, al porto e al centro storico, degli operai Gesip e Fincantieri.

Seguiranno aggiornamenti.

 

 

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