Palermo: non si può morire perché senza casa
Quanto successo la notte tra il 30 e 31 gennaio a Brancaccio, nella periferia di Palermo, lascia rabbia nei cuori di chi lotta per il diritto all’abitare in questa città. Il comitato Prendocasa Palermo esprime la massima vicinanza alla famiglia e agli amici del cinquantenne che ha perso la vita a causa di un incendio scoppiato in una vecchia fabbrica che aveva occupato da anni insieme alla sua e ad altre famiglie.
Nell’ultimo mese sono morti due senza tetto, uno era un clochard colpito da un attacco di cuore per il freddo della notte, l’altro, appena ieri, un moldavo occupante l’ex-fabbrica che aveva trasformato nella propria casa. Le responsabilità sono chiare e macchiano di sangue le mani di quanti non garantiscono la soddisfazione dei bisogni primari di una persona umana, lasciandola morire al gelo della notte o in locali riscaldati con mezzi di fortuna.
Quello che rivendichiamo a gran voce è la necessità di misure immediate perché tutti a Palermo possano avere un tetto sicuro sopra la propria testa. L’emergenza abitativa ha raggiunto numeri incredibili e l’unica risposta che le istituzioni cittadine riescono a dare è fatta di sgomberi e sfratti. Oltre 10000 famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare, nessuna assegnazione negli ultimi due anni e 40000 appartamenti sfitti. Le vuote parole con cui provano a raggirare chi non ha una casa e chi se la conquista con la lotta non sono più tollerabili.
In una città già martoriata da disoccupazione e precarietà non si può continuare a buttare persone e intere famiglie in mezzo alla strada perché non hanno la possibilità di pagare l’affitto. Se le istituzioni non riescono a garantire il diritto a una casa, non possono allora pretendere il rispetto della legalità e il pagamento di affitti sempre più alti a fronte di tanti alloggi sfitti.
Gli sfratti e gli sgomberi devono essere bloccati immediatamente, così come devono essere assegnate ai senzacasa i tanti immobili inutilizzati del patrimonio pubblico e della curia, oltre che quelli confiscati alla mafia. Rivendichiamo inoltre la legittimità delle opere di autorecupero messe in atto dagli occupanti di case altrimenti destinate a marcire, e con questa legittimità pretendiamo sovvenzionamenti pubblici per i lavori svolti e da svolgere.
Serve un piano immediato che rimetta le esigenze di chi vive a Palermo al centro delle politiche cittadine, piuttosto che gli interessi speculativi utili solo a chi vuole depredare questa città e i suoi abitanti. Proprio su queste tematiche abbiamo già richiesto l’apertura immediata di un tavolo tecnico ma, ancora una voolta, l’amministrazione dimostra di avere altre priorità e di non voler fornire risposte reali.
Il comitato Prendocasa Palermo non è disposto a tollerare questa situazione, lo ha già dimostrato con le occupazioni e i blocchi degli sfratti, e continuerà a lottare finché tutti possano avere una casa dove vivere e finché morti del genere non accadano più.
Comitato Prendocasa Palermo
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