InfoAut
Immagine di copertina per il post

Parigi: per le autoriduzioni e contro Carrefour, una settimana d’azioni

Nel gennaio 2021, dopo quasi un anno di lockdown, 60 attivisti e lavoratori precari hanno effettuato un’autoriduzione presso il Carrefour Market di Rue Nationale a Parigi.

Tradotto da Paris-Luttes.info

Per aver partecipato a questa autoriduzione, due compagni sono stati condannati a pagare al gruppo Carrefour oltre 38.000 euro. Hanno deciso di ricorrere in appello.

Nel gennaio 2021, dopo quasi un anno di lockdown, 60 attivisti e precari, alcuni dei quali coinvolti in collettivi di solidarietà, hanno effettuato un’auto-riduzione al Carrefour Market di rue Nationale a Parigi. L’obiettivo era quello di appropriarsi di beni di prima necessità per le mense e le distribuzioni di solidarietà. I carrelli sono stati riempiti di prodotti alimentari e per l’igiene, le casse sono state bloccate, sono stati distribuiti volantini e sono stati esposti striscioni. Un’ora dopo, la direzione e la sede centrale di Carrefour hanno accettato di far uscire la merce. Due persone sono state controllate all’uscita e poi perseguite da Carrefour, nonostante il suo impegno a non sporgere denuncia. Per aver partecipato a questa autoriduzione, i due compagni sono stati condannati a pagare al gruppo Carrefour più di 38.000 euro. Hanno deciso di ricorrere in appello. Non pagheremo!

Invitiamo tutti coloro per i quali la solidarietà in azione ha senso a partecipare dal 28 novembre al 4 dicembre a una settimana di azione contro Carrefour e i supermercati e in difesa degli accusati. Agire contro Carrefour affinché ritiri la denuncia prima del processo d’appello significa lottare per l’assoluzione, non far ricadere su due persone il peso di un’azione collettiva e cercare di impedire la criminalizzazione delle autoriduzioni. In un momento in cui tutto aumenta – i beni “di prima necessità”, le tariffe del gas e dell’elettricità, gli affitti – non lasciamo che sia questo a dettare le modalità di espressione della solidarietà.

Chi trae vantaggio dalle crisi?

Crisi pandemiche, crisi climatiche, crisi sociali, economiche, politiche ed energetiche, le crisi si accumulano più di quanto si susseguano. Ad ogni crisi, i governi chiedono alle persone di fare più sforzi – “Austerità”, “Sobrietà”, dicono, “Lavorare di più per guadagnare di meno”, capiamo. Ad ogni crisi, i precari si trovano a pagare di più per beni e servizi sempre più degradati. A soffrire di più dell’inflazione sono spesso coloro che sono stati più esposti alla pandemia: i lavoratori poveri dell’industria alimentare, della sanità, della logistica, ecc. Le aziende, invece, fanno sempre più profitti e si accontentano di investire un po’ nel green washing e in altre opere di beneficenza per migliorare la propria immagine.

Mentre la Coca Cola, leader mondiale dell’inquinamento da plastica, sponsorizza la COP 27 in Egitto e la Total incassa tranquillamente i sussidi alla pompa rifiutandosi di aumentare i salari dei suoi dipendenti rispetto al tasso di inflazione – nonostante gli scioperi e i blocchi delle raffinerie che vengono vigorosamente repressi – il settore dei supermercati non è da meno: con la scusa della guerra in Ucraina e dell’inflazione, alcuni grandi rivenditori stanno aumentando i prezzi dei loro prodotti del doppio del tasso di inflazione, in particolare dei prodotti “primo prezzo”. Un rapporto della Commissione economica del Senato denuncia addirittura questi “aumenti di prezzo sospetti”, rivelando il ricatto per la carenza di scorte o l’aumento dei prezzi sugli scaffali senza alcun aumento del prezzo di acquisto dai fornitori.

Il gruppo Carrefour, con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro, è un modello di business che sa come trarre vantaggio da qualsiasi crisi. Nel 2019 e nel 2020, la multinazionale del commercio al dettaglio, i cui negozi sono rimasti aperti durante i successivi lockdown, ha così registrato un aumento del fatturato senza precedenti da vent’anni. Oggi si tratta di sfruttare l’inflazione per rivitalizzare gli ipermercati. A novembre Alexandre Bompard, amministratore delegato di Carrefour, ha presentato il suo piano strategico per i prossimi quattro anni: puntare sugli sconti per attirare clienti sempre più poveri, sviluppare il proprio marchio per ridurre i costi e, naturalmente, tagliare posti di lavoro.

La multinazionale francese intende aprire diversi discount ad Atacadão, un marchio brasiliano di proprietà di Carrefour. Ironia della sorte, a settembre la ONG internazionale Mighty Earth ha lanciato la campagna #CarrefourWeSmoke contro il gruppo di supermercati leader nel mercato brasiliano che, secondo i calcoli della ONG, è stato responsabile del 4,5% della deforestazione dell’Amazzonia brasiliana la scorsa estate*. Ciò non impedisce al rivenditore francese di utilizzare etichette e fondazioni per comunicare la sua politica di “impegno sociale” e di “transizione alimentare solidale”: “Tutti abbiamo diritto al meglio!”, dicono; “Allora prendiamolo!

Due terzi dei prodotti a base di carne disponibili nei supermercati Carrefour e nei suoi marchi in Brasile provengono da JBS, un’azienda di lavorazione della carne nota per la deforestazione illegale e le violazioni dei diritti umani. Per quanto riguarda la soia brasiliana importata in Francia per alimentare i polli e le uova venduti con i marchi Carrefour, il suo principale fornitore è Bunge, una multinazionale anch’essa associata alla deforestazione in Amazzonia.

Don’t pay!

In tutto il mondo, le persone stanno cercando di organizzarsi collettivamente per affrontare l’inflazione e le crisi che si accumulano: scioperi per l’aumento dei salari, collettivi di mutuo aiuto, manifestazioni contro l’austerità, blocchi delle raffinerie, assemblee contro l’alto costo della vita, mense e auto-riduzioni energetiche. In Gran Bretagna, Belgio e Italia, ad esempio, i precari manifestano e si organizzano per ridurre le bollette dell’elettricità, in particolare con lo slogan “Non pagare”. “Se non pago, avrò un problema, se nessuno paga, saranno i fornitori ad avere un problema”, ricorda un volantino belga.

Che si tratti di ridurre il costo della spesa alimentare o delle bollette energetiche, ci sono molte ragioni per difendere le pratiche di autoriduzione, che rifiutano di rendere invisibili la precarietà e la disuguaglianza e difendono concretamente l’accesso ai bisogni più elementari.
Ci sono anche molte ragioni per attaccare Carrefour, i supermercati e tutti i profittatori delle crisi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

autoriduzionecarovitacarrefourFranciaINFLAZIONEparigi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calenzano (Firenze): esplosione nel deposito ENI

Enorme esplosione al deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze) con un bilancio di 4 lavoratori morti, 26 feriti di cui 2 gravi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano: “Verità per Ramy e Fares”. In 600 alla fiaccolata al Corvetto

“Verita’ per Ramy e Fares”. Sabato 30 novembre a Milano una fiaccolata  in ricordo di Ramy Elgaml. Centinaia di persone si sono ritrovate alle ore 19.00 in Piazzale Gabrio Rosa al Corvetto per poi raggiungere il luogo dove Ramy è deceduto dopo un incidente stradale a seguito di un inseguimento di un’auto dei carabinieri durato 8 chilometri, su cui indaga la Procura.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ancora Trump, non stupitevi

Ad un primo sguardo superficiale queste elezioni negli Stati Uniti sono state un replay di quelle del 2016. Trump vince nonostante le previsioni dei sondaggisti più autorevoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: migliaia in corteo a difesa delle risorse idriche. Lancio di lacrimogeni da parte della polizia che vieta le manifestazioni

Movimenti e organizzazioni di base sono impegnati da ieri mattina in Francia in una mobilitazione internazionale lanciata da Soulevementes de la Terre e Bassines Non Merci in difesa della terra e delle risorse idriche, contro la costruzione di mega-bacini idrici nell’area di Poitou, nell’ovest del paese. Migliaia di persone in corteo. La polizia, anche a […]

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Un suspiro de alivio, nada más

Más que la victoria a medias de la izquierda en Francia, lo que realmente podemos celebrar es la derrota de la Agrupación Nacional de Le Pen. Una derrota clara, una buena noticia a corto plazo pero que, después de haber suspirado de alivio, nos obliga a hacernos unas cuantas preguntas

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: il presidente Ruto annuncia il ritiro della riforma ma la protesta continua.

In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un’imposta sul valore aggiunto del pane.