Pestaggi e torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, 44 agenti indagati
La procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha iscritto nel registro degli indagati 44 agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere in una inchiesta avviata dopo presunte violenze all’interno dell’istituto di pena durante le rivolte nel periodo del Covid 19.
Tra gli atti presentati dal garante in Procura c’è anche una telefonata tra un detenuto e un componente della sua famiglia. Nel corso del colloquio, la parente cerca di ottenere quante più informazioni possibili dall’uomo sui pestaggi. «Erano le quattro e mezza, cinque, quando vi hanno picchiato», dice lei. «Si» risponde il detenuto. «Vi hanno tagliato anche barba e capelli – insiste lei – perché c’è qualcuno che ha la testa rotta per le botte?». Ancora una volta l’uomo risponde affermativamente. «Hanno picchiato anche te?», insiste la donna. E di nuovo il detenuto: «Hanno picchiato tutti. E lo fanno tutti i giorni. Ci picchiano a turno. Ti acchiappano e ti incastrano in tre o quattro nella cella».
«Intendo mantenere il più stretto riserbo sull’inchiesta in corso. Per quanto mi riguarda posso dire che abbiamo lavorato con massima scrupolosità e nel rispetto della nostra funzione di tutela e garanzia, segnalando alla magistratura episodi e denunce su cui è necessario, a garanzia di tutti, che si faccia chiarezza. Cio’ nell’ambito del ruolo istituzionale che ricopro che mi impone di svolgere con terzietà e imparzialità la mia funzione di Garante delle persone ristrette». Così il garante dei detenuti della Regione Campania Samuele Ciambriello in merito all’inchiesta aperta sui presunti pestaggi. «Chi ha operato correttamente non ha nulla da temere, allo stesso tempo le carceri non devono essere luoghi oscuri sottratti al controllo della giustizia. Spetta alla magistratura, del cui lavoro abbiamo pieno rispetto, verificare fatti e responsabilità. Più volte – prosegue Ciambriello – ho manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dagli agenti di polizia penitenziaria e non ritengo che siano venuti meno gli elementi su cui ho da sempre fondato il mio giudizio. Nell’interesse di tutti esprimo la mia fiducia nell’operato della Magistratura e confido nell’accertamento della verità, condizione essenziale per il rafforzamento della giustizia».
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