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Piacenza: lo spaccio della squadra “narcotica” della questura

Verso i lavoratori e i solidali, la polizia di stato di Piacenza si è scagliata con la veemenza che i movimenti conoscono quando non si cede ai ricatti e alle intimidazioni: manganellando, denunciando, intimando fogli di via a sindacalisti e militanti. Ma “La Squadra” si è anche spesa nel presidiare e garantire l’ordine in Via Roma, il quartiere a sentir   loro più degradato di Piacenza a causa (nel solito leit-motiv della xenofobia nazional popolare) del concentramento poco white e raccomandabile. Il questore fascista di Piacenza ha commentato l’accaduto avvertendo la popolazione di stare tranquilla   e che i suoi uomini continueranno a spendersi al massimo nel proprio impegno… Chissà se domani i giornali intitoleranno: “Il questore di Piacenza minaccia la popolazione”.  

 

Pubblichiamo il comunicato dei Si.Cobas in merito all’episodio:  

Nella questura di Piacenza, quella che ha comminato il foglio di via al nostro coordinatore sindacale nazionale e ad altri due altri attivisti solidali con la lotta dell’Ikea, sei dei suoi agenti sono stati arrestati per spaccio di droga , falsificazione di atti d’ufficio e procacciamento di appartamenti destinati alla prostituzione. Lo stesso questore, che ha fatto e dato   il grave provvedimento del foglio di via a chi difende i lavoratori che vengono decurtati truffaldinamente del proprio salario,   non si avvede che dei suoi ispettori di grado superiore delinquono indisturbatamente per anni come una   qualunque banda o clan mafioso (Nel corso dell’operazione è stato sequestrato un “apprezzabile quantitativo di cocaina e hashish”). Chi dovrebbe esercitare la giustizia, che condanna, come un qualsiasi delinquente, chi opera in difesa della causa operaia,   dirige la questura di Piacenza nella quale un nucleo di propri subordinati si dedicavano al malaffare sotto la copertura della divisa di polizia. I quattro della sezione narcotici della Squadra mobile, uno della Digos (attivo durante lo sciopero all’Ikea) e uno all’immigrazione erano una componente attiva (che collaborava con altri sette spacciatori) che per anni, hanno usufruito della copertura di agenti della questura. Il questore, al posto di vigilare, non ha visto nulla, probabilmente occupato a colpire, come è stato nel caso Ikea, chi ha esercitato la funzione di sindacalista, ravvisando in questa attività una illegalità da punire con tre anni di inibizione alla presenza nel Comune di Piacenza.

Questa è la democrazia borghese.

S.I.Cobas

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