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Prove tecniche di mobilitazione

Un corteo che formalmente si è concluso nella piazza adiacente il comune di Cosenza dove è stato affisso lo striscione della Cosenza antifascista in risposta ai nostalgici dell’MSI che sabato scorso hanno marciato al fianco dei fascisti del terzo millennio della Scopelliti gang.

Al termine della manifestazione un gruppo di compagni si è spostato sotto la sede di Equitalia ET.R. sanzionando il braccio armato del governo per la riscossione dei crediti, attraverso lancio di uova e di vernice. Con questa azione i compagni e le compagne di Cosenza hanno di fatto aperto la campagna di mobilitazione per il diritto all’insolvenza che in un contesto sociale martoriato come quello calabrese e in una fase di recessione economica come quella attuale rappresenta l’unica via d’uscita dalla condizione di precarizzazione permanente cui sono costretti le masse popolari e i settori sociali più deboli.

Non è che l’inizio.

 

Di seguito il volantino diffuso durante l’azione ad equitalia

I SOLD SO POCHI E NUN SE PO CAMPA’ IL TEMPO DEI SACRIFIC E’ FINITO ABBIAMO GIA’ DATO

Le misure presenti nelle ultime manovre finanziarie del governo Berlusconi, commissionate dalla banca europea, assestano un duro colpo alle già precarie condizioni dei settori sociali più deboli.

Aumentano le tassazioni dirette e indirette, si privatizzano i servizi (scuola, università, sanità …), si deregolamenta la legislazione del lavoro attraverso la complicità delle organizzazioni sindacali collaborazioniste.

Acqua, luce, gas, benzina, affitti, trasporti, spese sanitarie aumentano in maniera spropositata. Di contro diminuiscono salari e stipendi, dilagano precarietà, lavoro nero, disoccupazione, si mina la stabilità economica e i progetti di vita delle persone attraverso continui ricatti sul lavoro, licenziamenti, cassa-integrazione.

Ampi settori sociali fino a ieri garantiti si vedono compromessa la propria stabilità economica e sociale. Aumenta la massa di persone che non riesce a sbarcare il lunario e ad arrivare alla fine del mese.

Con la populistica retorica sul rientro dalla dilagante evasione fiscale si inaspriscono le misure di controllo e le sanzioni sui presunti illeciti fiscali.

Quasi che tale buco da miliardi di euro fosse creato dal povero cristo che non paga la multa di una macchina e non invece da palazzinari, banchieri, padroni, “onorate famiglie”, che nascondono al fisco redditi miliardari esportando nei paradisi fiscali ingenti capitali.

Mentre i nostri datori di lavoro (pubblici e privati) si permettono il lusso di ritardare i pagamenti di salari e stipendi, di ridurre le retribuzioni e nei casi peggiori di licenziare e lasciarci in mezzo ad una strada, i nostri detrattori non si impietosiscono ma stringono in maniera più feroce il cappio intorno alle nostre vite. I tassi di interesse operati dalle banche arrivano a somigliare a vere  e proprie forme di usura e strozzinaggio che mandano sul lastrico migliaia di persone che nella maggior parte dei casi si vedono pignorati automobili, case, terreni, il prodotto del proprio sudore e della propria fatica.
Ci domandiamo come sia possibile che un’azienda che fa profitti sullo sfruttamento dei lavoratori, possa ottenere agevolazioni, detassazioni e finanziamenti statali, mentre i lavoratori, i disoccupati, i precari nel momento in cui non riescono a pagare la rata di un mutuo o arrivano tardi a saldare la bolletta del gas o dell’enel si vedono recapitare puntualmente ingiunzioni di pagamento e/o pignoramenti dei propri beni.

_Lanciamo una campagna di mobilitazione contro EQUITALIA E.TR [1]. responsabile della riscossione delle imposte e dei mancati pagamenti. Braccio armato del governo per il pignoramento dei beni, fonte di impoverimento e oppressione delle nostre vite precarie._

_Una moratoria sui debiti, perché se la crisi pesa sulle tasche dei padroni che “poverini” piangono miseria e invocano agevolazioni e interventi a loro favore, figuriamoci per chi a fronte di salari da  fame non riesce ad arrivare alla terza settimana.

__ Diritto all’insolvenza per liberarci dal cappio della ricattabilità e precarietà permanente._

I PRECARI E LE PRECARIE DI COSENZA

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