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Reddito di inclusione: nessuno escluso…dalla miseria

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Ieri il presidente del consiglio Gentiloni ha dato la notizia attraverso un tweet dell’approvazione in consiglio dei ministri del reddito di inclusione. Una manovra da 1.8 miliardi da dividere a circa 660mila famiglie con un reddito non superiore a 6000 euro. Il reddito di inclusione sostituisce il Sia (sostegno all’inclusione attiva) e la carta Asdi (assegno sociale di disoccupazione), niente di veramente nuovo sembra esserci sotto il sole. Si tratterebbe nello specifico dell’erogazione, attraverso un apposita carta, di una cifra che può andare da 190 a 485 euro. Sí, avete capito bene, la lotta alla povertà il governo la fa dando, come al solito, le briciole.
Ad avere la precedenza e forse la fortuna di ricevere il massimo dei soldi possibile sono i disoccupati con più di 55 anni, le famiglie con minori e quelle con disabili. Ovviamente il reddito di inclusione può essere ricevuto mensilmente per soli 18 mesi e solo dopo sei mesi si può rifare la richiesta per riceverlo nuovamente, un’ultima volta, per un anno. Nel frattempo il governo progetta un piano di inserimento nel mondo del lavoro.
Insomma alcune cose restano poco chiare, l’unica certezza che abbiamo è che questa manovra sia una presa in giro per chi versa realmente in condizioni di povertà, situazione da cui non si esce con qualche centinaio di euro al mese. Un contentino misero per poter urlare ai quattro venti che il governo – oltre a spendere centinaia di miliardi di euro in spese militari, grandi eventi e opere faraoniche che distruggono interi territori – ogni tanto pensa anche agli ultimi con qualche mancetta. Sarà il vento di bontà portato dall’avvicinarsi di campagne elettorali che contano? Chi lo sa! Di sicuro caro Gentiloni per superare la soglia della vergogna in cui il governo e il partito democratico si trovano, ci vuole ben altro.

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