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Respinte le soluzioni tampone delle istituzioni: blocco stradale dei senzacasa

Una buona occasione, quella di oggi, per ribadire quale sia l’unico “piano casa” che ci piace. Di certo non è quello di Renzi del taglio alle utenze agli occupanti di case, ne quello dei manganelli usati per sfratti e sgomberi coatti dalle abitazioni; tantomeno quello degli assessori comunali che nei giorni scorsi hanno proposto (e pure con una certa timidezza possibilista del peso che solitamente hanno le parole dette all’aria!) un bonus una tantum per circa trecento famiglie che non riescono a pagare l’affitto. Per trecento famiglie!? Una tantum!? Inutile sottolineare come in una città con una graduatoria per assegnazione di alloggi (bloccata da anni oltretutto) di circa dodicimila famiglie, l’infelice proposta del comune non rappresenta neppure una soluzione tampone, ma un palliativo che ricorda tanto quello degli ottanta euro in busta paga di Renzi.

Così oggi in centinaia hanno partecipato all’appuntamento lanciato dal comitato di lotta “Prendocasa”. Intorno alle 17,30 cominciano ad arrivare le famiglie occupanti (oltre ai militanti dei centri sociali), e non solo quelle in filo diretto con il comitato Prendocasa; anche tra chi quest’anno ha occupato autonomamente, si comincia a comprendere l’imprescindibilità di un fronte comune per la difesa delle occupazioni e di una costante pressione sulle istituzioni. A tal proposito si chiede infatti un incontro con il Prefetto, per la costituzione di un tavolo tecnico risolutivo anche alla presenza dell’amministrazione comunale, che puntualmente viene promesso e poi rimandato. Negata la possibilità dell’incontro, il presidio si riversa sulla strada effettuando un blocco stradale nella centralissima via Cavour : … adesso si che il Prefetto può ricevere i senzacasa! Una delegazione si avvia quindi verso gli uffici dello stesso.

Ma aldilà dell’esito dell’incontro, le rivendicazioni anche quest’oggi non cambiano, e sono quelle che individuano le reali possibilità di risoluzione del problema, dal blocco immediato di sfratti e sgomberi (copiosi in quest’anno), all’individuazione delle centinaia di palazzi comunali abbandonati utilizzabili e facilmente convertibili allo scopo; scontata la richiesta di non ricezione e applicazione dell’articolo cinque del decreto Lupi (di cui sopra).

La lotta per la riappropriazione del diritto alla casa continua, e ci si prepara ad un’estate di resistenza reciproca tra le diverse occupazioni contro possibili sgomberi.

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