Riparte l’università dell’esclusione
«Sono soddisfatto del boom di richieste e della fiducia accordata all’offerta formativa dell’ateneo palermitano» è il commento che il Rettore Lagalla ha rilasciato alla stampa, e non potrebbe essere diversamente visto che una delle forme di finanziamento dell’Ateneo palermitano consiste proprio nel guadagno ottenuto dal costo del test di ammissione che consta di 50 euro cada uno. Non c’è bisogno di cimentarsi in moltiplicazioni per comprendere quanto frutti la compravendita dei test ogni anno al Magnifico, questo in “barba” ad ogni straccio di diritto allo studio, al diritto di costruirsi un futuro. Per non parlare poi delle riduzione “dell’offerta formativa” che più che un processo di semplificazione ha visto la chiusura di molti corsi di laurea, in particolar modo di quelli delle facoltà umanistiche, ritenuti improvvisamente “desueti” ed “improduttivi”.
Qual’è la condizione degli universitari oggi, studenti ma già indebitati, studenti ma già precari… studenti ma già disoccupati? Niente di tutto ciò, a dispetto della soddisfazione del rettore è accettabile dagli studenti.
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