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Roma, nuova occupazione al Pigneto: nasce Hierba Mala

HIERBA MALA

Da un momento all’altro.

Come Daniza in un bosco viviamo selvagg@ nella città negata. La metropoli dall’alto appare con la faccia dell’austerity, i palazzi del potere al centro come fortini, intorno un estensione infinita che raccorda le povertà di ieri a quelle di oggi, a macchie evidenti i presidi dell’accumulazione e del profitto. Lo smantellamento del welfare, il virus della rendita immobiliare, la chiusura dei servizi, l’assenza di spazi pubblici, ci riconsegnano un quadro urbano desolante, abitato da una cittadinanza già da tempo esclusa dalle scelte e condannata al sacrifico continuo, senza possibilità di futuro.

Cosi si governa da sempre, con una continuità che si perde nel tempo e che oggi porta il nome di “Salva Roma”. Questa città è rimasta viva grazie a chi, fuori dalla legalità dominante, ha saputo strappare con le lotte i diritti negati. Arresti, denunce, sgomberi e sigilli contro gli spazi sociali e i suoi attivist@ dimostrano che questa è l’unica alternativa alla crisi del sistema che ci vogliono far pagare. Hierba mala inizia qui la sua ricerca di se stess@. La trasformazione della metropoli, tra distruzione dei territori e dismissione e svendita del patrimonio, lascia vuoti e abbandonati pezzi di Roma. Ne prendiamo uno per riempirlo di domande, saperi, lavoro in comune e costruzione collettiva. Uno spazio di democrazia, non è il primo e non sarà’ l’ultimo, ne servono ancora tanti per dare ossigeno all’aria. Come Daniza camminiamo in salita, è certo la via più faticosa, ma porta dove si respira ancora.

Hierba mala

Né pubblico, né privato, comune.

via Anassimandro 22

 

Intervista a ZeroCalcare dalla nuova occupazione:

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