Salerno, torna l’ ExScuola Canalone: la crisi avanza ma la vita non può aspettare
Pubblichiamo di seguito il comunicato della ExScuola Canalone:
Salerno ha un nuovo spazio sociale e socio-abitativo
Il 3 Giugno la città di Salerno ha perso uno spazio sociale e socio-abitativo, con lo sgombero dell’ExScuola Canalone, per fare spazio ai lavori per l’inutile e dannosa Porta Ovest. Una grande opera che impiega oltre 400 milioni di euro ed incontra molteplici problemi di sicurezza ed impatto ambientale, come i diversi documenti di accompagnamento all’opera stessa affermano.
Oggi, però, la città di Salerno si arricchisce di un nuovo spazio, anche questa volta ad uso sociale e socio-abitativo. Esso risponde al bisogno immediato di un gruppo di attivisti che si è trovato senza casa per effetto dello sgombero, ma è anche la risposta ad un bisogno di spazi gratuiti ed autonomi di cultura e socialità. La città si è riappropriata di uno spazio in cui sperimentare nuove forme dell’abitare e continuare ad organizzare socialità, iniziative culturali, solidarietà ed inclusione libere da logiche commerciali o clientelari.
Praticare autonomia e partecipazione significa anche proporre un modo diverso di rispondere alla crisi ed alle logiche che la politica e le politiche dominanti stanno imponendo a chi la crisi la sta pagando. Perché è vero che la crisi avanza, ma la vita non può aspettare ed arrendersi ad essa.
Non si può aspettare che la crisi passi, sperando che, poi, qualcosa succederà e ci saranno un reddito ed una casa per tutti e tutte. Si tratta di una speranza infondata, anche perché il lavoro è diventato, a livelli di massa, ancora più precario e mal pagato e le leggi approvate negli ultimi anni e mesi hanno rafforzato questa tendenza.
Anche a Salerno, ormai in tanti (specialmente moltissimi giovani) lavorano per salari bassissimi, per 400-500 euro al mese, per 2-3 euro all’ora, e moltissimi non lavorano affatto. Di conseguenza, una parte della popolazione ha preso la strada dell’emigrazione, mentre altri, in tanti, si ritrovano costretti a rinunciare ad un futuro costruito in libertà.
In questa situazione, disperazione, rinuncia ed attesa sono risposte diffuse, spesso anche da parte della popolazione giovanile. Si aspetta, sperando nelle promesse di fuoriuscita dalla crisi. Le alternative, però, ci sono. Tra queste, c’è quella della risposta diretta ai bisogni e diritti negati, attraverso la riappropriazione degli spazi e delle risorse inutilizzate ed abbandonate. Una risposta che è anche una proposta politica: utilizzare i beni comuni, come sono anche gli spazi abbandonati e non utilizzati, per rispondere ai bisogni sociali.
Spazi e case ci sono, è legittimo e necessario metterli a disposizione per rispondere ai bisogni emergenti dei tanti precari, disoccupati, migranti che vivono in città. L’ex Scuola Canalone è un esempio di questa possibile politica alternativa. Un esempio da continuare a tenere vivo.
Salerno 9 giugno 2014
ExScuola Canalone
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