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Sda, è blocco totale nell’hub di Bologna! La celere schierata si ritira!

 

In una oggettiva situazione di stallo che vedeva da una parte circa duecento tra facchini e solidali e dall’altra le forze dell’ordine, è stata nuovamente l’arroganza padronale a sbloccare la situazione. Alcuni corrieri in divisa SDA, evidentemente “istruiti” dal padrone, hanno provato a sfondare il muro umano degli scioperanti che compatto ed imponente si è stretto ed incordonato in file, subendo una provocazione “muscolare” da parte dei crumiri che sebbene non abbia prodotto nessuna reazione scomposta degli scioperanti ha però dato il la alla questura per poter schierare in assetto antisommossa i reparti celere, i quali hanno incominciato a fronteggiare a pochi centimetri di distanza i facchini che si sono seduti ed incordonati a terra, alzando forte il grido di battaglia: “sciopero! sciopero!”.

 

Numerosi gli interventi carichi di rabbia, dignità e riscatto che a più voce si susseguivano al megafono, e urlavano la voglia di lotta di chi si è trovato a dover attraversare il deserto ed il mare per finire sfruttato nella logistica, o di chi ha compromesso definitivamente la propria salute nei logoranti lavori di facchinaggio o di chi ricattato continuamente per il permesso di soggiorno ha subito umilianti condizioni di lavoro. Storie di vita e sfruttamento purtroppo non nuove e ben conosciute dopo anni di lotte nella logistica, ma che oggi gridate in un imponente piccheto operaio di facchini eritrei, senegalesi, marocchini, etiopi, bangladesi, tunisini, nigeriani, egiziani, pakistani, italiani dava il segno inequivocabile di una composizione sociale via via più matura e consapevole della propria forza, dei propri diritti e delle proprie possibilità di lotta per migliori condizioni di vita per se e per tutti gli altri sfruttati.

Ad ogni modo la determinazione che si è manifestata di fronte ai cancelli della SDA, rinforzata anche dall’annuncio che in altri magazzini Sda in tutto il paese si era pronti a mobilitarsi, ha fatto desistere la celere dall’intervenire, consapevole dell’alto livello di resistenza che gli scioperanti, determinati, compatti e per niente intimoriti avrebbero saputo opporre: la celere, ricevuto l’ordine di smontare le fila, se ne è tornata sulle camionette lasciando il picchetto tra l’euforia generale degli scioperanti che tra salti, cori di gioia e slogan, oggi festeggiavano la loro vittoria!

 

La giornata di ieri riconsegna sicuramente l’iniziativa nelle mani dei facchini rispetto a quando, dopo i giorni successivi alla serrata, questa progressivamente si spostava verso il fronte padronale il quale, crediamo a causa di un comando non adeguatamente ricomposto tra i vari livelli in campo (che vanno dalla SDA, alla direzione di Poste Italiane, dal governo Renzi del piano di “finanziarizzazione” di Poste, alla prefettura e questura di Bologna), non ha saputo approfittare del vantaggio guadagnato.

Nella assemblea che si è svolta dopo la dipartita della celere i compagni del SiCobas, i facchini ed i solidali non hanno sottovalutato la controparte ma anzi dagli interventi emergeva la consapevolezza che: “oggi si è vinta una battaglia ma la reazione padronale può già arrivare da domani, noi oggi siamo stati uniti ed abbiamo vinto, ma non abbassiamo la guardia ed organizziamoci per andare avanti.”; questo alla luce della consapevolezza delle proprie possibilità, cogliendo collettivamente come la potenzialità di lotta che si è materializzata solo parzialmente oggi, con le capacità di ricomposizione e solidarietà da parte degli altri magazzini e delle lotte teritoriali, se continuasse a trovare adeguata espressione, potrebbe ulteriormente aumentare il rapporto di forza a vantaggio dei facchini in lotta.

 

 

Di seguito ripubblichiamo il comunicato dei compagni del SiCobas inviato durante lo sciopero di ieri, che affronta il nodo del rilancio e la volontà di denunciare SDA per intermediazione illecita di manodopera:

 

Ieri sera i lavoratori che avevano lavorato il giorno prima (13/05/2015) si sono presentati al lavoro e a 13 di essi è stato impedito l’ingresso. A quel punto i lavoratori hanno deciso di uscire in sciopero in solidarietà. Nel frattempo che i 13 aspettavano fuori il sig. Borgonovo nonche direttore di Sda saliva sopra dei bancali rialzati da un muletto e minacciava tutti i lavoratori che volevano scioperare di licenziamento, ribadendo perdipiu’ che non gli avrebbe piu’ pagato le spettanze che dovevano avere. Questo fatto e gli incontri in prefettura, in sede istituzionale, con Sda sono chiari e evidenti segni di intermediazione di manodopera dei quali ci stiamo già attivando per portare in tribunale il committente stesso. E’ evidente che le cooperative non hanno deciso niente riguardo i propri lavoratori e che dietro, alla luce del sole, come dimostrato i molteplici incontri avuti in via IV novembre 24 con la stessa e sole direzioni di sda e poste italiane che esse e solo esse hanno decidso le sorti e l’organizzazione dei lavoratori che operano nei propri magazzini anche se sono dipendenti delle cooperative. Come è evidente che sda vuole pecore impaurite nei propri magazzini per poterle sfruttare come ha fatto nei decenni precedenti prima del nostro intervento. Non ci sono pecore per sda, ma lupi che vogliono entrare con dignità all’interno dei magazzini e sono disposti a mordere e a lottare per ottenere una condizione lavorativa dignitosa. Riparte così la vertenza sda dopo un teatrino volgare da parte del direttore dell’azienda, che avremmo voluto evitare e con una risposta forte e decisa da parte dei lavoratori!

SI Cobas Coordinamento provinciale di Bologna

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